Storia e peculiarità di Città di Castello riassunte in appena 7 minuti. Ci è riuscito in modo egregio il giornalista e conduttore tv Osvaldo Bevilacqua, con un video (per vederlo scorri più giù) per la sua rubrica social “In viaggio con Osvaldo”.
Attraverso le splendide immagini del documentario “Città di Castello” di Alberto Fabi, co-prodotto dalla Fondazione Hallgarten-Franchetti e Farm Studio Factory srl, l’ex presentatore di ‘Sereno Variabile’ ha presentato la città come “un angolo ai confini con la Toscana, luogo di chiese, campanili, monasteri e palazzi storici, dove la storia incontra l’arte, la natura ma anche una cucina ricca di sapori antichi“.
A proposito di quest’ultimi Bevilacqua ha citato l’immancabile tartufo bianco e il nero scorzone, passando ai dolci della tradizione come le castagnole e il “crostino ‘briaco”.
“Centro umbro mai conquistato dagli Etruschi, anche se nelle vicinanze sono state rinvenute molte testimonianze della loro presenza – racconta – e in cui si dice che ‘l’arte si respira nell’aria’: in effetti attraversa le epoche più remote, dagli umbri ai Romani, dai Longobardi al Medioevo e al Rinascimento fino ai giorni nostri con Alberto Burri, figlio di questa terra e grande artista contemporaneo, pioniere dell’arte informale, le cui opere sono esposte ed apprezzate in tutto il mondo“.
Il giornalista spiega poi come la città fu abbellita con opere d’arte e lussuosi edifici dalla famiglia Vitelli, che la governò tra il XV e XVI secolo compiendo anche atti di mecenatismo e consegnando ai tifernati quattro splendidi palazzi, con l’intento di realizzare una vera e propria corte rinascimentale: “Questa – sottolinea – era anche l’epoca dell’allegria e delle feste, che fecero guadagnare alla città l’appellativo di ‘luogo di molto piacere’ e agli abitanti quello di ‘gente ospitale e generosa’“.
Nell’omaggio a Città di Castello non poteva mancare Villa Montesca, “residenza tardo ottocentesca tra le più affascinanti dell’Umbria, immersa in un magico bosco e in un parco con rare specie botaniche. Tra gli ospiti illustri Maria Montessori, che qui affinò il suo metodo scientifico applicato alla pedagogia infantile. Da 10 e lode l’attività formativa e solidale della Fondazione Centro Studi Villa Montesca, rilevante capitolo nella storia dell’educazione. A partire dal 1901 i baroni Franchetti, proprietari della villa, istituirono le scuole rurali di Villa montesca e Rovigliano, destinate ai figli dei contadini con accesso libero, un’assoluta innovazione sia per la loro profonda vitalità didattica sia per il loro impatto sociale“.
Osvaldo Bevilacqua conclude la sua cartolina da Città di Castello ricordando che questa ospiterà, nella primavera 2021, l’importante mostra per il cinquecentesimo anniversario di Raffaello, che a 20 anni, tra il 1500 e il 1504, lavorò e maturò artisticamente in città.