Qual'è l' ammontare, in valori assoluti o percentuali, rispetto al Fondo sanitario nazionale degli stanziamenti previsti per i dipartimenti di prevenzione negli ambienti di lavoro, e in particolare per quanto attiene il servizio di Medicina sul lavoro. E quanto chiede, con uninterrogazione alla Giunta regionale il consigliere di Alleanza nazionale Andrea Lignani Marchesani per il quale gli ennesimi incidenti sul lavoro degli ultimi giorni dimostrano che in Umbria si fa ancora poco sul versante della prevenzione e del controllo degli ambienti e delle condizioni lavorative. Al di l delle dichiarazioni degli esponenti istituzionali e politici commenta l'esponente dell'opposizione – ed in particolare dei massimi livelli della maggioranza di centrosinistra umbra, la cruda realtà che ancora poco dei bilanci delle Asl umbre viene effettivamente destinato per migliorare e rendere più sicuri i luoghi di lavoro, fabbriche e cantieri edili in primis. Infatti, – evidenzia – mentre almeno il 5 per cento dei trasferimenti del Fondo sanitario nazionale dovrebbe essere utilizzato dalla Regione dellUmbria a tale fine, la spesa per i Dipartimenti di prevenzione di fatto inferiore di quasi la metà di quanto fissato dalla normativa vigente, con grave nocumento per quanto concerne la sicurezza negli ambienti di lavoro. Inoltre, – aggiunge – gravi carenze numeriche ed organizzative possono essere riscontrate nei dipartimenti di prevenzione, competenti in materia. Si possono fare gli esempi spiega di posti dirigenziali e tecnici lasciati scoperti. Proprio per la zona del Trasimeno da tempo vacante il posto da dirigente medico responsabile del servizio Psal (Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) e non stato sostituito il tecnico di prevenzione adibito ai sopralluoghi nei cantieri. Altro esempio da fare per Lignani – lo sdoppiamento di mansioni attinenti: si creano unità operative a se stanti per compiti simili, con conseguenti staff di personale preso da altri servizi. E si potrebbe continuare ancora, sottolineando, in ogni caso, la carenza numerica del personale che nelle varie Asl umbre svolge tale servizio. Nell'interrogazione a risposta immediata, – puntualizza – oltre che richiamare tali storture organizzative e finanziarie, nel sottolineare che il nuovo Piano sanitario regionale ancora in alto mare, si chiede puntualmente l'ammontare complessivo dei finanziamenti previsti per una concreta lotta alle morti bianche e per un lavoro più sicuro. Non ci accontentiamo delle solite parole retoriche del centrosinistra umbro. Vogliamo conoscere concretamente aggiunge Lignani – cosa si fatto e si sta facendo in Umbria per ridimensionare quella lunga striscia di lutti che sta colpendo il mondo del lavoro umbro con triste primato nel panorama nazionale. Lo dobbiamo, tutti, – conclude – a quanti hanno perso la vita o hanno subito gravi menomazioni per condizioni di lavoro non più accettabili nel ventunesimo secolo. Lavorare in condizioni di sicurezza un diritto inalienabile.