Si è tenuto presso la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica Villa Umbra, loc. Pila, Perugia, il seminario: “Ruolo e competenze di Amministratori e Dirigenti nella lotta alle infiltrazioni mafiose nella PA” che ha visto l’intervento del sindaco di Perugia, amministratori della Regione dell’Umbria, di Fausto Cardella Procuratore della Repubblica del Tribunale di Terni, Pierpaolo Romani Direttore di “Avviso Pubblico” e di Francesco Forgione giornalista, già deputato e Presidente della Commissione Nazionale Antimafia. Hanno partecipato anche i consiglieri delle commissioni consiliari permanenti CONTROLLO E GARANZIA e II della Provincia di Perugia. I lavori si sono aperti con il saluto di Alberto Naticchioni che ha spiegato come questo incontro, realizzato in collaborazione con l’ANCI, serva a tenere alta la guardia nei confronti delle possibili infiltrazioni mafiose, visto che l’Umbria sembra terra di conquista della malavita. “Insieme a tutti gli amministratori umbri – ha affermato il primo cittadino di Perugia – abbiamo sancito un impegno comune, per alzare l’asticella rispetto ad un fenomeno che i dati ci dicono essere in aumento nella nostra regione. L’attenzione sui temi della legalità deve essere al centro del lavoro della pubblica amministrazione e della politica. Il tema va a braccetto con quello della semplificazione amministrativa e della trasparenza. In una condizione di complessità normativa si inseriscono bene le azioni malavitose”. “La semplificazione normativa e amministrativa è assolutamente – ha spiegato Cardella – necessaria per fronteggiare l’azione malavitosa. Purtroppo è colpa della politica ovvero di come il legislatore organizza certe cose. E’ giusto parlare di mafie in questa regione, ma non bisogna enfatizzare il problema, per non alimentare inutili allarmismi. ‘L’associazione S.O.S impresa’, di cui ho molta stima, colloca l’Umbria al quinto posto nelle infiltrazioni mafiose, onestamente mi sembra strano. Stiamo attenti a queste statistiche perché non è esagerando il problema, che si contrasta meglio. L’Umbria ha un tessuto sociale sano e sconta una carenza di forze della polizia per la nomea di regione tranquilla. Il rischio concreto per questa regione è il rischio di riciclaggio con investimento di denaro in attività edilizia, gestione rifiuti e appalti. La lotta alla mafia passa attraverso l’abbattimento della diffusione del fenomeno della corruzione che va su canali diversi da quelli del ‘denaro per avere in cambio il voto’. La corruzione oggi si esprime con il metodo ‘Scajola’ io faccio un favore a te tu me lo restituisci col tempo attraverso una persona che non c’entra niente con me e con te”.