Categorie: Politica Umbria | Italia | Mondo

La riforma della Sanità passa con tre astensioni nel Pd. No all'azienda unica

Sara Minciaroni

E' stato approvato dopo 9 ore ininterrotte di seduta il disegno di legge sulla riforma della sanità umbra.

Il voto – I voti a favore (diciassette) sono stati quelli della maggioranza di centrosinistra e di Orfeo Goracci (Comunista Umbro). Il gruppo Pdl si e' astenuto, tranne Rocco Valentino (contrario, e in posizione polemica con il proprio gruppo) e Andrea Lignani Marchesani (uscito dall'aula prima del voto). Contrario (e polemico anch'egli con il Pdl) Franco Zaffini, di Fare Italia, astenuti Sandra Monacelli (Udc) e Gianluca Cirignoni (Lega Nord).

I tre dissidenti Pd – Non sorprende in quanto annunciata e più volte emersa nel corso dei dibattiti di questi giorni l'astensione di tre Pd: Eros Brega, Andrea Smacchi e Luca Barberini. Una posizione che proprio quest'ultimo aveva paventato nel dibattito odierno, se non fosse passato un suo emendamento che chiedeva una riorganizzazione della sanità regionale basata su una Azienda ospedaliera e su una Azienda sanitaria.

La risposta della Marini – Ma proprio su questo punto la governatrice Marini è stata chiara rispondendo ai suoi dissidenti che non avrebbe permesso un sistema per cui “una unica azienda gestirebbe il settanta per cento del bilancio di questa Regione”, secondo Marini “abbiamo bisogno di un modello di governance più equilibrato, più efficace nel controllo, più efficace negli obiettivi finanziari e che mantenga un equilibrio”.

Le novità – Il nuovo ordinamento del sistema si sviluppa attraverso “una rivisitazione dell'assetto istituzionale mirata a favorire l'integrazione tra il livello ospedaliero e il livello territoriale, una riduzione a 2 del numero delle Aziende unità sanitarie locali, l'integrazione delle 2 Aziende ospedaliere con l'Università, la promozione e il potenziamento del modello a rete con l'implementazione delle reti cliniche e sanitarie.”Dobbiamo rifiutare – ha spiegato la Marini – l'universalismo selettivo puntando su qualità dei servizi, accessibilità al servizio sanitario, centralità delle aziende sanitarie pubbliche, sia quelle territoriali e ospedaliere, riordino delle cure e potenziamento dei servizi delle cure intermedie, della non autosufficienza e della riabilitazione”. Per questo “la governance deve essere coerente con gli obiettivi”.

Sul territorio – Previste inoltre riqualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera attraverso la ridefinizione del ruolo degli ospedali esistenti (da considerarsi quali nodi di una rete integrata di servizi ospedalieri), con l'identificazione dei presidi ospedalieri sede del sistema di emergenza urgenza e quelli accorpati in unico presidio; il rafforzamento della rete territoriale, nella quale vanno potenziate le sue componenti di base, specialistiche, di residenzialità e domiciliarità, (assistenza domiciliare, assistenza domiciliare integrata e le cure palliative), mediante la riqualificazione organizzativa dei Distretti e la promozione dell'istituzione delle Case della Salute; il miglioramento dell'integrazione tra ospedale e territorio garantendo l'effettiva presa in carico dei pazienti dimessi dalle strutture ospedaliere con conseguente potenziamento del percorso di dimissioni protette”.

Gli emendamenti respinti – Bocciato, come detto l'emendamento Barberini – Smacchi sul numero delle Asl mirato ad istituire 1 Asl e 1 Azienda ospedaliera (24 no, 4 sì, Brega, Barberini, Smacchi, Goracci. 3 astenuti, Stufara, Monacelli, Zaffini). Respinti gli emendamenti: Lignani – Cirignoni (voto a favore di Dottorini) che proponeva di individuare la sede Asl nel Comune in cui operava l'ospedale col maggior numero di prestazioni (Città di Castello); Lignani, Monni, Nevi e De Sio, che mirava ad individuare due possibilità per le due sedi Asl, Perugia – Terni oppure Foligno – Città di Castello. Bocciato l'emendamento Monacelli – Zaffini che proponeva una sola Asl con sede a Terni. Respinto con 17 no, 8 astensioni e 5 sì (Brega, Smacchi, Barberini, Zaffini, Goracci) l'emendamento Barberini-Smacchi che proponeva una sola Azienda ospedaliera regionale.

Gli organi di vigilanza – Sul numero dei componenti di nomina regionale dei collegi sindacali delle Aziende sanitarie, gli emendamenti del Pdl (primo firmatario Lignani Marchesani) hanno portato da 1 a 2 i componenti scelti dalla Regione, eliminando quello di nomina della Conferenza dei sindaci.

Sono state invece approvate – La proposta Buconi (Psi) sul regolamento che dovrà disciplinare l'organizzazione e il funzionamento del nucleo tecnico di controllo sulla gestione e la qualità della spesa e dei servizi delle Asl. L'istituzione dei dipartimenti interaziendali tra Asl e aziende ospedaliere (Chiacchieroni). La previsione di una maggiore autonomia alle professioni sanitarie non mediche (Dottorini). L'introduzione di un codice etico per il personale delle aziende sanitarie e delle associazioni che svolgono attività nelle strutture sanitarie (Stufara). La previsione di vincoli precisi per i protocolli di intesa tra Regione e Università (Dottorini) e i principi relativi all'umanizzazione delle cure che il direttore generale della Asl deve seguire nell'espletare le proprie funzioni (Dottorini). La presenza di componenti esterni nell'organismo di valutazione del direttore generale (Dottorini e Stufara).

E ancora – L'introduzione di un termine di 6 mesi per la copertura temporanea dell'incarico di direttore generale – in caso di decadenza o revoca – prima della nomina da parte della Giunta del nuovo direttore (Monni, Barberini, Monacelli). L'introduzione della decadenza del direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria tra le procedure da disciplinare con il protocollo di intesa Regione –Università (Barberini). L'istituzione dell'organo di indirizzo unico per le aziende ospedaliero universitarie di cui non potranno fare parte lavoratori già collocati in pensione. La garanzia della presa in carico del paziente e della continuità assistenziale (Monacelli). La convocazione annuale obbligatoria della conferenza dei servizi a livello distrettuale per verificare l'andamento degli interventi attuati (Dottorini). La scadenza di 12 mesi per la trasmissione al Consiglio regionale del Piano sanitario regionale (Stufara). L'implementazione delle misure di informazione, partecipazione e tutela dei diritti dei cittadini. Il divieto di conferimento di incarichi di consulenza, collaborazione, studi e ricerca a personale già pensione (Barberini–Smacchi). La collaborazione dell'Osservatorio epidemiologico con l'Istituto zooprofilattico e l'Agenzia regionale per l'ambiente (Dottorini). I requisiti necessari per l'autorizzazione e l'accreditamento, in base alla normativa europea, delle organizzazioni di volontariato con cui vengono stipulate convenzioni per il trasporto sanitario. L'introduzione dell'elisoccorso tra i possibili sistemi di trasporto d'emergenza (Monacelli) e il rispetto dei contratti di lavoro, laddove previsti, quale requisito per ottenere l'assegnazione di un servizio di trasporto sanitario (Stufara).