di Carlo Ceraso
La voce di Fanny Ardant come il più prezioso e leggero tappeto di seta con il quale volare lungo tutto il Danubio. Le note dell’ensemble da camera del San Carlo di Napoli a raccontare quel vento dell’Est che accarezza la Mitteleuropa.
Un viaggio che ieri sera ha portato il Teatro Romano fino ai confini della Russia, accompagnato dalle note di Mahler, Prokofiev, Rachmaninov e dalla voce narrante della nota attrice francese. Un progetto, questo Chants d’Est” voluto dalla violoncellista Sonia Wieder-Atherton e che solo la Ardant poteva interpretare.
Lei che – come confessava qualche giorno fa a Valerio Cappelli sulle colonne del Corsera – non prova “niente di interessante a Ovest, l’Est è la culla dell’Europa”.
Eccola Fanny la ‘ribelle’, lei che a 22 anni ha abbandonato la famiglia che non la voleva attrice, lei che tre anni fa (a 58 anni) dichiarava la sua simpatia per Renato Curcio (salvo affrettarsi, il giorno dopo, a chiedere scusa ai famigliari delle vittime del terrorismo).
Anche lei, ieri, ha pagato lo scotto di un pubblico scarso (nenche la metà dei posti del Romano) che però l’hanno seguita e applaudita con entusiasmo, al termine di uno spettacolo suggestivo dove brani dalle note dolorose e inquietanti si alternano alla dolcezza di una ninna nanna o all’allegria tipica delle musiche gitane.
Per nulla azzeccata la scelta del Romano che ….continua l'articolo su spoletofestivalcorner.it
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