La proposta di legge “Qualità del lavoro e dei servizi alla persona”, predisposta dalla Terza commissione consiliare, è stata approvata all’unanimità dall’Aula di Palazzo Cesaroni.
L’atto è stato illustrato all’Assemblea dalla presidente della Terza commissione, Eleonora Pace, che ha spiegato come esso miri a “regolare un ambito delicato e complesso come quello dei servizi alla persona. Garantendo il rispetto dei diritti dei lavoratori, la legalità del mercato del lavoro, la qualità dei servizi di welfare, l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate e con disabilità attraverso specifiche disposizioni che regolano gli affidamenti dei servizi socio sanitari ed educativi. Da oggi non si potrà più puntare tutto sul ribasso delle offerte economiche. La legge è il risultato di un lavoro lungo e meticoloso della Commissione e di un confronto con i soggetti interessati: centrali cooperative, associazioni, forum del terzo settore. Con loro è stata attivata una partecipazione all’insegna dell’Umbria che fa bene. Tutti i commissari hanno lavorato in modo proficuo ma il consigliere Fora ha contribuito in modo particolare portando le sue competenze, la sua sensibilità, la sua importante esperienza”.
La LEGGE mira a garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori, la legalità del mercato del lavoro, la qualità dei servizi di welfare e a promuovere l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate e con disabilità. Essa detta disposizioni per la qualità del lavoro e per la valorizzazione della ‘buona impresa’ negli appalti dei servizi alla persona, il cui affidamento sia di competenza della Regione, dei Comuni, delle Aziende sanitarie regionali, delle agenzie regionali, degli enti strumentali regionali e degli organismi dipendenti dalla Regione, delle società partecipate dalla Regione e degli enti vigilati e controllati dalla Regione [stazioni appaltanti].
Il ricorso alle procedure di affidamento è ammesso solo nel caso in cui non sia possibile apprestare modelli organizzativi di amministrazione condivisa con gli enti del Terzo settore. In caso di esternalizzazione dei servizi sanitari e socio-sanitari, l’offerta economicamente più vantaggiosa viene individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo e valutata sulla base di criteri oggettivi, quali gli aspetti qualitativi, ambientali e sociali connessi all’oggetto dell’appalto. Nelle procedure di affidamento, per la definizione degli elementi di valutazione dell’offerta e in relazione alle caratteristiche dell’appalto, le stazioni appaltanti dovranno tenere conto: del progetto tecnico elaborato per la gestione dei servizi; delle esperienze maturate nel settore; della capacità di rapporto con il territorio; della validità del progetto in relazione agli obiettivi riabilitativi o educativi individuati dalla stazione appaltante; della professionalità e qualificazione dei lavoratori; modalità di coinvolgimento degli utenti e dei loro familiari. Il punteggio attribuito all’offerta economica è calcolato utilizzando una formula che abbia una funzione dissuasiva rispetto ad una competizione eccessiva sul prezzo.
Le stazioni appaltanti dovranno prevedere un’espressa clausola sociale volta a promuovere la stabilità occupazionale mediante l’assorbimento dei lavoratori direttamente impiegati dall’appaltatore uscente nella prestazione dei servizi oggetto di appalto a condizioni economiche e normative almeno equivalenti a quelle stabilite nel contratto d’appalto cessato, nonché ad assicurare il mantenimento dell’anzianità di servizio e i diritti individuali acquisiti o in essere al momento del cambio appalto. La mancata sottoscrizione della clausola sociale comporterà l’esclusione del concorrente dalla gara.
Michele Bettarelli (Pd): “Questo testo, di cui sono il secondo firmatario, arriva al termine di un lavoro durato alcuni anni. Un lavoro congiunto portato avanti dalla Commissione, che si è confrontata con i soggetti interessati a questa materia. L’Umbria può diventare una eccellenza a livello nazionale, con questo atto la regione supera la logica delle gare al massimo ribasso e promuove l’inclusione lavorativa delle persone svantaggiate. Un grande atto di civiltà e un primo passo importante per fare meglio nell’ambito della regolamentazione del lavoro e degli appalti. Non dobbiamo peraltro fermarci qui ma estendere questo approccio ad altri settori. Dovremo vigilare affinché ci siano controlli e vigilanza sull’attuazione concreta della legge”.
Andrea Fora (Patto civico): “Si tratta di un giorno storico, frutto di un grande lavoro da parte della Commissione e degli Uffici di Palazzo Cesaroni. Negli ultimi 15 anni ho avuto modo di interloquire con altre Giunte regionali a cui veniva chiesto di intervenire nel senso indicato da questa legge. Che dà un senso al mio percorso politico istituzionale. Ci sono in Umbria 9.500 lavoratori, in gran parte donne, che forniscono servizi ad oltre 80 mila cittadini. Si tratta però di un mercato che fino ad oggi era esposto ad incursioni esterne di soggetti che miravano a fare profitto, senza fornire servizi adeguati e non rispettando la normativa nazionale sulla qualità dei servizi. Questa legge si associa ad altri interventi importanti di questa Giunta. Servono però altri impegni, anche rispetto al regolamento attuativo da approvare rapidamente. Servirà anche l’adeguamento organizzativo dell’area welfare della nostra regione. I costi aggiuntivi ci saranno, dato che la qualità costa. Serviranno quindi risorse per garantire la sostenibilità dei servizi di welfare”.
Paola Fioroni (Lega): “Questa legge fa il paio con quella sull’amministrazione condivisa, fortemente voluta dalla Giunta Tesei. Interventi per garantire la qualità della vita degli utenti dei servizi di welfare in una regione con molti anziani, molti disabili gravi, numerosi ragazzi con bisogni educativi speciali, nuove necessità a cui dare risposte, in modo collaborativo e partecipativo. Questa legge permette di dare più importanza alla progettualità e alla formazione degli operatori. La riserva di una quota del valore degli appalti agli enti del terzo settore che coinvolgono le persone con disabilità aiuterà a completare un percorso positivo di inclusione. Il regolamento attuativo dovrà essere approvato rapidamente per incentivare il sistema di risposta alle esigenze delle persone con maggiore fragilità, che dovranno essere coinvolte nel miglior modo possibile”.
Valerio Mancini (Lega): “Ringraziamo tutti gli operatori che attraverso le imprese sociali garantiscono i servizi di welfare. Questa maggioranza ha predisposto una legge attesa da anni, senza atteggiamenti ideologici. Abbiamo accolto i richiami alla regolamentazione di un settore importante per le nostre comunità. Le fragilità legate all’inverno demografico vengono accolte e poste in primo piano. Condivido dunque la soddisfazione dei miei colleghi per l’atto che approviamo oggi”.
Thomas De Luca (M5S): “Le uniche leggi significative che questa Aula riesce ad approvare sono quelle che provengono dalla minoranza. Questa legge conferma la visione che ho sempre avuto rispetto alle clausole di salvaguardia, all’inserimento lavorativo e ad altri aspetti. Auspichiamo che nella prossima legislatura possano essere introdotti altri strumenti per misurare l’attuazione degli appalti e la valutazione dei servizi da parte degli utenti”.
Vincenzo Bianconi (Misto): “Un lavoro importante che viene portato a termine da questa Assemblea e dalla Terza commissione”.
Donatella Tesei (presidente Giunta regionale): “Positivo che tutte le forze politiche si siano trovate d’accordo nel portare a termine questo percorso. Voglio però ricordare che il welfare è un tema molto delicato. Un settore che ha bisogno di innovazione, anche dopo l’esperienza del Covid. Un’esigenza di attenzione che pareva sconosciuta nelle legislature precedenti. Infatti le rette dei servizi socio-sanitarie erano rimaste ferme da 15 anni e siamo noi ad aver sentito l’esigenza di aggiornarle. Sempre noi abbiamo proposto e approvato la legge sull’amministrazione condivisa. Il lavoro che questa Amministrazione regionale ha fatto è molto importante. Questa legge punta ad evitare gli appalti al massimo ribasso, adeguandoci al nuovo Codice degli appalti, in coerenza con il nostro Governo nazionale, per migliorare le prestazioni erogate, la professionalità dei lavoratori e il loro giusto compenso. Lavoreremo presto sul regolamento e siamo consapevoli della difficoltà di prevedere tutte le risorse che sarebbero necessarie. Dimostriamo ancora una volta la nostra attenzione al sistema di welfare”.
L’approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria della legge “Disciplina in materia di qualità del lavoro e dei servizi alla persona” avvenuta oggi all’unanimità (17 votanti 17 favorevoli) incontra un grande apprezzamento da parte della cooperazione sociale perché innova il modello di regolazione del welfare regionale puntando sulla tutela dei diritti dei lavoratori, sull’innalzamento della qualità dei servizi di welfare e sul rafforzamento delle politiche pubbliche finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e svantaggiate. Una legge attesa da anni che rende l’Umbria un modello per il Paese.
“La nuova legge – affermano Andrea Bernardoni, Presidente di Legacoopsociali, Roberta Veltrini, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà e Gianfranco Piombaroli, Presidente di AGCI Imprese Sociali – rappresenta una svolta epocale perché supera la logica del massimo ribasso nelle gare dei servizi alla persona stabilendo, in modo chiaro e inequivocabile, che le imprese che erogano servizi di welfare saranno valutate e selezionate sulla base dei progetti tecnici e della qualità che riescono a garantire ai cittadini e non sui ribassi fatti pagando meno i lavoratori. La legge inoltre introduce un’altra rilevante novità prevedendo che le USL, i comuni e le altre amministrazioni pubbliche dovranno riservare il 20 per cento delle gare di appalto alle imprese che assicurano l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e svantaggiate. Attribuendo alla domanda pubblica obiettivi di inclusione sociale”.