Mentre nel Pd umbro le forze antibocciane si riorganizzano per tentare di sbarrargli la strada verso la segreteria regionale del Partito, Gianpiero Bocci deve difendersi dall’affondo che, dal suo ex ufficio romano, gli muove l’uomo che gli ha “soffiato” il posto da sottosegretario dell’Interno, il senatore leghista Stefano Candiani. Il pomo della discordia, in questo caso, è la riorganizzazione delle Questure d’Italia, con il presunto declassamento a cui andrebbe incontro quella di Perugia.
L’annuncio era stato fatto, in una intervista televisiva, proprio da Bocci: nella “Riorganizzazione delle articolazioni periferiche dell’amministrazione della pubblica sicurezza” che il ministero dell’Interno ha presentato alle organizzazioni sindacali, la Questura di Perugia passa dalla prima alla seconda classe. Un colpo per una città che proprio sul versante della sicurezza, specialmente in alcune zone (vedi la Fontivegge visitata qualche giorno fa proprio da Candiani) ha alcune delle sue principali criticità, almeno secondo la percezione dei cittadini. Ma proprio la percezione della sicurezza, secondo i nuovi parametri delle priorità con le quali indicare le Questure “forti”, unitamente al numero dei reati effettivamente denunciati, escluderebbero Perugia dalla “serie A” delle Questure d’Italia.
Una riforma che però sembra sia partita ben prima dell’arrivo di Salvini al Viminale. Eppure, la “rivelazione” di Bocci ha scatenato da una parte le proteste dei cittadini che confidavano negli annunci di un potenziamento delle forze di polizia fatti nei giorni scorsi proprio dal ministro Salvini, dall’altro il dibattito politico.
Ma dalla sua ex poltrona romana, dove ora siede Candiani, arriva a Bocci l’invito a “stare sereno“: la riorganizzazione territoriale delle Questure “non interferisce con la disponibilità di uomini e mezzi”. Questa la rassicurazione del sottosegretario al ministero dell’Interno, Stefano Candiani, che rimanda al mittente la denuncia di Bocci, bocciate (scusate il gioco di parole), come “illazioni“.
E Candiani ci va giù duro: “Con le bugie non si governa una città né tanto mento una Regione o un Paese. Bocci avrebbe dovuto imparare la lezione ma evidentemente le sconfitte personali o quelle del Pd non gli hanno insegnato molto. Stupisce come un uomo che ha frequentato il Viminale diffonda falsità solo per acquisire visibilità – affonda Candiani -. Occorre precisare che quanto affermato da Bocci non ha la radice in questo Governo, ma nasce da una riorganizzazione definita dal precedente esecutivo. Dopo 20 anni le Questure subiranno una riqualificazione in base al mutato scenario socio culturale e di sicurezza riscontrato, ciò comporta che alcune realtà in cui la criminalità e la popolazione sono notevolmente aumentate come Brescia o Monza vengano inserite in prima fascia nella stessa misura di Foggia, Caserta, Caltanissetta o Messina che non mi risulta siano al Nord. In nessun caso – assicura però Candiani – si interferisce sull’operatività o la disponibilità degli uomini, il procedimento è, infatti, attinente solo alla qualifica del questore”.
Nessun taglio alle forze dell’ordine, dunque, e nessun declassamento: “Proprio oggi in Senato verrà approvato il Decreto Sicurezza. Andremo a modificare la pianta organica della polizia con l’inserimento di 2.550 uomini, di cui una parte arriverà anche a Perugia e in Umbria“.
Poi Candiani attacca ancora il suo predecessore: “Piuttosto che diffondere falsità, Bocci farebbe bene a spiegare ai cittadini cosa è accaduto con la Legge Madia, voluta dal Pd e che ha ridotto da 117 mila a 106 mila, gli uomini della Polizia di Stato. Stiamo ripristinando organici che loro stessi avevano tolto. Per il Pd la sicurezza non è mai stata una priorità e sono i fatti a raccontarlo: tagli alle forze dell’ordine, straordinari molte volte non pagati, scioperi della fame per lo ius soli e un paese pieno di immigrati clandestini con le forze dell’ordine sempre più umiliate. Rassicuro dunque gli animi, al Pd ma soprattutto ai cittadini, inutilmente allarmati da una notizia infondata: come Lega stiamo mettendo a disposizione di spesa 600 milioni di euro per il comparto sicurezza, che nulla hanno a che fare con il Governo precedente. E rinnovo il mio impegno su Perugia – conclude Candiani – con un dispositivo fisso e un incremento di uomini. Bocci stia pure sereno”.
Il tema della sicurezza entra con forza nella campagna elettorale per le comunali di Perugia del prossimo anno e, forze, anche nella sfida del prossimo dicembre per la segreteria regionale del Pd.