Continua il viaggio alla scoperta dell’Unione Europea. Al suo terzo giorno agli Open Days, la settimana delle Regioni e delle Città, che si svolge ormai da 13 anni a Bruxelles, ieri 14 ottobre l’Umbria ha parlato di salute pubblica e lo ha fatto portando le sue buone pratiche in materia di prevenzione.
Quelle esperienze e quei percorsi che rendono la Regione del centro Italia uno tra i territori di punta a livello nazionale in ambito di salute. Metodi e percorsi che meritano di essere condivisi anche oltralpe.
‘L’impatto positivo della prevenzione sanitaria nell’economia delle Regioni’, questo il titolo dell’evento organizzato dall’Umbria durante il quale sono stati presentati sia il lungo percorso, che le ultime rilevanti novità delle azioni di screening preventivo sulla popolazione umbra. A presentare i dati, la dottoressa Maria Donata Giaimo, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Regione.
Nel dettaglio la dirigente ha parlato dell’inserimento del test HPV all’interno del nuovo progetto di screening recentemente approvato per gli anni 2014-2018, frutto di un lungo lavoro che ha visto coinvolti oltre 350 portatori di interesse provenienti sia dal mondo della medicina, ma anche e soprattutto appartenenti alla società civile: sindacati, scuole, associazioni, enti e così via. Nel piano diventato ormai operativo rientrano 10 programmi per un complessivo di 65 progetti.
Lo stato attuale della prevenzione in Umbria è frutto di un percorso iniziato oltre 40 anni fa, dalla Provincia di Perugia, nel tempo passato poi all’ente Regione, revisionato, così come lo conosciamo oggi, 15 anni fa e in continua evoluzione e ottimizzazione.
Vediamone alcuni numeri:
3 azioni di screening regolarmente richiamate con invito diretto al cittadino ed effettuate sulla popolazione umbra per un’eventuale diagnosi precoce delle più comuni forme tumorali: il test colorettale (tumore al colon), il PAP test (tumore alla cervice uterina) e la mammografia (tumore alla seno).
1 governo centrale della sanità
1 anagrafe unica dei cittadini soggetti a screening e di raccolta dati
1 software gestionale comune nelle due USL umbre che consente lo scambio rapido di informazioni
1 laboratorio unico di screening, tarato sulla misura degli 850mila abitanti umbri e che lavora, oltre che sui test, anche all’analisi dei dati raccolti e di conseguenza alla valutazione di strategie e percorsi da intraprendere per migliorare servizi e risultati.
Il test HPV – L’esame è stato introdotto in Umbria lo scorso anno, prima regione in Italia, e viene inserito al fianco del più noto PAP test, nella prevenzione del tumore al collo dell’utero. Il nuovo esame è dedicato specificatamente alle donne in età compresa tra i 45 e i 65 anni, con una ricorrenza di 5 anni. Per le più giovani resta invece attivo il PAP test, da ripetere ogni 3 anni.
L’HPV (acronimo di Human Papilloma Virus, è un’indagine molecolare e consente di intercettare oltre alle eventuali cellule lesionate (già prerogativa del PAP test) anche il Papilloma virus, provato responsabile del tumore alla cervice.
Il test arriva a casa – Altra innovazione rispetto al nuovo piano di prevenzione è che questo test verrà spedito direttamente a casa della donna nell’età interessata, al posto della cartolina che invitava ogni triennio le circa 250mila donne umbre al PAP test presso gli 85 punti di prelievo della regione. L’invio del kit è finalizzato a un auto prelievo da rispedire entro le 72 ore successive, al Centro Screening Regionale.
L’invio dell’HPV test inizierà a luglio del prossimo anno nei tre comprensori di Assisi, Foligno e Perugia, su un gruppo pilota di umbre composto dalle donne che non si sono presentate agli ultimi 3 richiami del PAP test (circa 11mila in tutta la regione) e da un numero minore di donne che invece si è sempre dimostrata molto partecipe. Sulla base dei dati raccolti, verrà poi ottimizzata la campagna di invio dei test a copertura regionale completa.
Questo metodo di auto prelievo è in realtà già stato attivato in Umbria con un altro dei tre esami di prevenzione: lo screening colorettali.
Il nuovo metodo ha già dimostrato un buon incremento del numero complessivo dei test realizzati in autonomia e di conseguenza una miglior tutela del cittadino assistito dalla sanità pubblica.
Primo successo: diminuzione delle morti dovute ai 3 tumori monitorati
I numeri parlano da soli. Solo per portare un esempio, nel 2006, anno in cui è stato introdotto il test colorettale si contavano in Umbria circa 1.ooo decessi dovuti da tumore al colon. Grazie all’introduzione dello screening vengono oggi rilevate circa 400 persone positive al test, che grazie alla diagnosi precoce possono intervenire sulla malattia in maniera risolutiva.
Secondo successo: gestione ottimizzata della spesa pubblica per la sanità
La prevenzione, attraverso i tre screening di prevenzione adottati in Umbria, spiega il Dr. Basilio Ubaldo Passamonti responsabile del Centro Screening regionale e presente a Bruxelles al fianco della Dott.ssa Giaimo, ha un impatto notevole nella gestione delle disponibilità economiche della salute pubblica. Solo due esempi rendono la dimensione delle ripercussioni che una scelta oculata può ottenere su un sistema complessivo:
– la realizzazione di un test di screening per il colon, costava fino a qualche anno fa circa 40 euro, comprensivo delle spese dei materiali così come della fase di analisi. Oggi lo stesso processo con il kit di autotest costa alla sanità umbra, quindi al cittadino, circa 5 euro. Il test HPV invece ne costerà circa 8.
– ma il dato più significativo è che, oltre all’obiettivo primo di salvare vite umane, ogni tumore prevenuto consente un risparmio di 150mila euro. Se si moltiplica questa cifra con le centinaia di diagnosi precoci possibili grazie ai test, l’importo raggiunge ordini di grandezza ingenti. Tutti soldi che sarebbero stati spesi e che invece oggi si trovano nelle disponibilità di altri capitoli di spesa, in virtù di una buona gestione.
Come ad esempio il prossimo progetto di screening cardiovascolare dedicato a tutti i cittadini umbri in età compresa tra i 45 e i 59 che oltre ad una serie di esami di valutazione dello stato di salute della persona, affiancherà una serie di azioni di promozione di uno stile di vita sano (movimento, alimentazione etc) e di riduzione di abitudini nocive alla salute (smettere di fumare, ect) avvalendosi dei professionisti interni alle strutture sanitarie regionali. Anche questo programma inizierà a muovere i primi passi nell’estate del prossimo anno.