La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha fatto visita al pronto soccorso dell'ospedale di Umbertide in occasione della presentazione dell'esoscheletro Ekso presso l'Istituto Prosperius. Accompagnata dal sindaco di Umbertide Giampiero Giulietti, dal direttore generale dell'Asl 1 Andrea Casciari, dal direttore sanitario dell'Asl 1 Silvio Pasqui, dal direttore del presidio ospedaliero Massimo Rizzo e dal direttore del dipartimento dell'emergenza Sergio Cozzari, la presidente ha voluto verificare di persona la qualità dei servizi offerti dal pronto soccorso umbertidese, ben lontana dalle notizie di sovraffollamento dei pronto soccorsi della capitale riportate in questi giorni dalla stampa.
La visita è stata anche l'occasione per fare il punto sulla riforma della sanità regionale e sul ruolo che l'ospedale di Umbertide ricopre all'interno del sistema sanitario umbro. “Stiamo completando il processo già avviato di riduzione del numero degli ospedali, di creazione di poli unici e di specializzazione dei nosocomi, come già è stato fatto per l'ospedale di Umbertide che è stato ripensato nella sua funzione ed in parte trasformato in un eccellente centro di riabilitazione tramite una gestione pubblico-privata – ha detto la presidente Marini – inoltre dovremo attuare una riqualificazione dei servizi tenendo conto che in due anni il sistema sanitario umbro ha visto un taglio delle risorse del 10%”.
Durante la visita all'ospedale di Umbertide, la presidente Marini ha colto l'occasione per commentare i risultati della ricerca dell'associazione “Giusta causa” diffusi in questi giorni, secondo i quali l'Umbria vanta il sistema sanitario più virtuoso, con solo l'1% di casi di malasanità segnalati. “E' uno studio positivo perchè viene da un'associazione indipendente nata per sostenere legalmente le vittime di inadempienze in ambito sanitario – è stato il commento della presidente Catiuscia Marini – Per evitare i casi di malasanità serve la capacità di mettere in campo una buona gestione della programmazione e dei servizi sanitari ed una altrettanto buona gestione delle risorse umane che è quello che come Regione siamo riusciti a fare. Ciò non significa che il rischio di casi di malasanità sia stato cancellato ma possiamo vantare un modello di sicurezza organizzato al meglio che può contare su professionalità adeguate. Quello che dobbiamo oggi evitare – ha aggiunto ancora – è che la riduzione delle risorse si traduca in riduzione di qualità dei servizi e quindi in aumento del rischio di malasanità”.