La candidata sindaca del centrosinistra si presenta alla città tra canzoni, citazioni, l'entusiasmo dei giovani e l'esempio di Tommasi
Il centro congresso Capitini pieno – diverse persone non hanno trovato posto all’interno – è il segno di come il centrosinistra perugino creda nell’impresa di potersi riprendere il Comune con Vittoria Ferdinandi.
Una platea appassionata, a cui la “Dada” parla al cuore, tra la musica di Paolo Benvenuti, citazioni di Clara Sereni e Paolo Vinti, E tanti ragazzi seduti a terra davanti alle prime due file, dove compaiono i pezzi forti dei partiti che la sostengono. C’è la sindaca di Assisi Stefania Proietti, con vista su Palazzo Donini. Il Pd con il segretario Tommaso Bori, che sulla scelta di Vittoria Ferdinandi ha scommesso anche sul suo futuro politico. Accanto a lui, la capogruppo perugina e commissaria Sarah Bistocchi e l’eurodeputata Camilla Laureti. E la rappresentanza a cinque stelle, con la capogruppo Francesca Tizi, la parlamentare Emma Pavanelli. Si rivede anche Tiziana Ciprini. Una fila più indietro c’è anche il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, sempre più impegnato nell’area civica dello schieramento di centrosinistra, ben oltre i confini comunali.
Partiti che, insieme alla candidata e alle associazioni e alle persone che per lei dovranno mobilitarsi, devono costruire ora un programma coerente e credibile che dia sostanza ai principi condivisi. Partiti che Vittoria Ferdinandi ringrazia, insieme a tutti i suoi collaboratori e alle “anime belle”, i suoi Numeri Zero. La sua è una politica dell’ascolto innanzi tutto, con riattivazione di Consulte e la creazione di nuove. Ma anche momenti e luoghi di confronto fra i vari ambiti del tessuto sociale. “Il Comune tornerà ad essere la casa dei perugini” promette. A cominciare dalle persone più bisognose, ma mettendo al centro del suo progetto di città soprattutto i giovani e gli studenti.
Parla di scuola e di università, ma anche di salute, come aveva fatto lo psichiatra Marco Grignani, il primo degli ospiti chiamati sul palco, dove campaggia la scritta “Anima Perugia”, a sostenerne la candidatura. Di lavoro e di opportunità per non costringere i giovani a recarsi altrove, tema questo che era stato sollevato da Simona Marchesi, che ha portato la sua esperienza di operaia della Perugina. Del centro storico trasformato in un “centro commerciale a cielo aperto, sacrificato sull’altare della quiete e del decoro” e che invece deve tornare ad animarsi, non soltanto all’interno dei suoi grandi contenitori culturali (quelli esistenti e quelli che possono diventarlo, secondo la progettualità raccontata dall’esperta di rigenerazione urbana culturale Linda Di Pietro). E delle 52 frazioni perugine che devono tornare a connettersi tra loro. Parla anche di sport. Che deve essere un’opportunità offerta a tutti. E di uno stadio Curi moderno ed accogliente, per il quale sarà creata, ovviamente, una Consulta.
Una politica in stile Damiano Tommasi, ieri “Anima Candida” della Roma campione d’Italia, oggi sindaco di Verona. Giunto a Perugia per sostenere Vittoria Ferdinandi, sperando di ritrovarla a giugno come collega. “In una partita di calcio, il pallone è uno solo, quello che per tutta la mia carriera – racconta il primo cittadino di Verona – ho amato come da bambino. Ecco, il vostro pallone è la città di Perugia”.
Quel pallone che, è la speranza del popolo del Capitini, Vittoria Ferdinandi possa spingere in rete, per completare una rimonta sul centrodestra che fine a qualche settimana fa sembrava impensabile. Lei ci crede, animata dalla “fiamma” (parola che usa più volte) della passione civica. Una fiamma di fronte alla quale, più forte della paura di bruciarsi, spiega, è il timore che possa spegnersi.