Categorie: Dolce vita Spoleto

LA POLENTA CONTESA: OVVERO COME TRASFORMARE SPOLETO IN POLENTOPOLI

E che non si dica che a Spoleto si mangia male! La scelta del menù nelle manifestazioni diventa un fine esercizio escatologico che è alla base del progetto di rilancio del Centro Storico. Durante una recente riunione operativa congiunta delle Associazioni (tutte), per la definizione del programma ” Frantoi aperti”, da tenersi i prossimi fine settimana del 3 e 4 Novembre e successivi 10 e 11 dello stesso mese, si sarebbe aperta una decisiva contesa tra l'Associazione “Il Borgo” e la Rappresentante dell'Associazione “La Maschera”, la professoressa Vilma Fiata, per la composizione del menù da offrire agli avventori che volessero venire a degustare l'olio nuovo in città nelle date appena dette. Motivo del contendere la apparente ricchezza del menù di Spoleto Basso che insidiava tenacemente il menù di Spoleto Alto, soprattutto per la comparsa, a dir poco a tradimento, della “Polenta”. Sembra che il materializzarsi del popolare alimento nelle parti basse della Città , abbia letteralmente sconvolto i piani di chi voleva concentrare tutta l'attenzione sul salotto buono della città individuato nella prestigiosa Location di Palazzo Leti Sansi. Ai primi accenni di fastidio da parte della paladina del Centro “alto”, si contrapponevano le risentite repliche degli autonomisti di ” Borgo” che giustificavano l'utilizzo della Polenta come “maggiore offerta di servizi” per attrarre più pubblico possibile nella cinta urbica. La contestazione prendeva una brutta piega allorquando la Rappresentante de “La Maschera”, accusava di scorrettezza la controparte, rea di non accontentarsi mai di tutti i vantaggi ottenuti nel tempo – “vi abbiamo anche dato le tariffe più basse dei parchimetri…”- sembra abbia proferito all'indirizzo dei malcapitati autonomisti – “ora accontentatevi della bruschetta con l'olio”! Energica la rappresentante, con un passato politico di tutto rispetto ed una carica amministrativa in corso in uno degli enti municipali. Terrei in volto, i rappresentanti blasonati del Comune presenti alla riunione (eh sì, perchè l'imprevista polentata è stata servita nelle stanze del palazzo municipale), non proferivano parola limitandosi a sentire le invettive dei “Borghisti” mentre denigravano la scelta di concentrare la manifestazione in quello che viene definito il Palazzo “de la Sora Camilla….”. Alla fine di una escatologica serata, ormai sfiniti nella tenzone sulla “Polenta negata”, il consesso si scioglieva con un rinvio ad un incontro successivo per la definizione degli alimenti da offrire ai visitatori dei ” Frantoi aperti”. Ed è così che l'unità di Spoleto, dopo poco più di un secolo da quella di Italia, passerà sul sacrificio cosiddetto “della polenta”. Solo una domanda sorge spontanea: ma i Frantoi in Centro storico dov'è che stanno? Da Spoleto, pardon, da Paperopoli

Carvan