LA POESIA DI FLORINDO, L'AMICO DEL SUONO - Tuttoggi.info

LA POESIA DI FLORINDO, L'AMICO DEL SUONO

Redazione

LA POESIA DI FLORINDO, L'AMICO DEL SUONO

Ven, 04/04/2008 - 21:54

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Sembra ancora irreale che Florindo se ne sia andato. Talmente assurdo che ci si aggrappa ad una frase di Scott Holland per convincersi magari che Flo è davvero “nella stanza accanto”. Tanto bella quella poesia, quanto struggente. E’ stata letta, insieme ad un’altra di Pablo Neruda, durante l’ultimo saluto che la città gli ha reso nella chiesa di San Venanzo. In tanti in questi giorni hanno chiesto alla moglie Stefania e all’amica Pitti (che ringraziamo per averci fornito una foto di Florindo) di poter avere i testi delle due poesie. Eccole di seguito.

Basta leggerle per sentire un pò di leggerezza nel cuore, per immaginare magari che, sì, Flo da lassù è già in consolle a mixare i suoni dell’Universo. Lui che è l’amico del suono

La morte non è niente

Sono soltanto nascosto nella stanza accanto

Io sono sempre io, e tu sei sempre tu

Ciò che eravamo prima uno per l’altro, lo siamo ancora

Chiamami col mio vecchio nome, che ti è familiare

Parlami nello stesso modo affettuoso

che hai sempre usato

Non cambiare il tono di voce

Non assumere un’aria forzata di solennità o di tristezza

Ridi come facevi sempre ai piccoli scherzi

che tanto ci piacevano quando eravamo insieme

Gioca, ridi, pensami e prega per me

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima

pronunciato senza enfasi, senza traccia di tristezza

La mia vita conserva tutto il significato

che ha sempre avuto

È la stessa di prima.

C’è una continuità che non si spezza

Perchè dovrei essere fuori dalla tua mente?

Solo perchè sono fuori dalla tua vista?

Ti sto aspettando, solo per un attimo

In un posto qui vicino

proprio dietro l’angolo

Va tutto bene.

(Henry Scott Holland)

———————————————-

Quando morrò

voglio le tue mani sui miei occhi:

voglio la luce e il frumento delle tue mani amate

passare una volta ancora su di me la loro freschezza,

sentire la soavità che cambiò il mio destino

Voglio che tu viva mentr'io, addormentato, t'attendo,

voglio che le tue orecchie continuino a udire il vento,

che fiuti l'aroma del mare che amammo uniti

e che continui a calpestare l'arena che calpestammo

Voglio che ciò che amo continui a esser vivo

e te amai e cantai sopra tutte le cose

Per questo continua a fiorire, fiorita,

perché raggiunga tutto ciò che il mio amore ti ordina,

perché la mia ombra passeggi per la tua chioma,

perché così conoscano la ragione del mio canto.

(Pablo Neruda)


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