Claudio Bianchini
Alla fine è andato tutto come previsto: la maggioranza di centrosinistra ha fatto saltare il Consiglio comunale di ieri sera, che aveva come unico punto all’ordine del giorno l’elezione del presidente, a seguito delle dimissioni di Sergio Gentili. Sette le assenze giustificate nelle fila del Partito Democratico, oltre al capogruppo della lista civica “Foligno Soprattutto”, Sergio Cecchini. Numeri che non avrebbero permesso alla coalizione di governo di eleggere un esponente espressione dello schieramento. La seduta è durata poco più di mezzora, nonostante la presenza compatta delle opposizioni infatti, gli esponenti del PD, il socialista Roberto Ciancaleoni ed il capogruppo di Rifondazione Comunista, Alessandro Pacini hanno abbandonato l’aula senza partecipare al voto e facendo di fatto mancare il numero legale necessario per proseguire. Se ne riparlerà martedì 8 gennaio, subito dopo l’Epifania quando è in calendario la prossima seduta. E’ la quattordicesima volta da inizio legislatura che ‘salta’ un Consiglio comunale, si tratta di un’anomalia unica a livello regionale e rischia di diventare una sorta di caso persino a livello nazionale. Per eleggere Gentili ci vollero ben due giornate di votazioni ed anche questa volta il centrosinistra sembra non riuscire a trovare la quadra tanto che ha scelto strategicamente di mandare all’aria il tavolo. In apertura dei lavori il capogruppo del Popolo della Libertà ha indicato per il ruolo di presidente l’attuale vice Francesco Maria Mancia, finito subito sotto attacco da parte di Alessandro Pacini (Rifondazione Comunista) che ha definito il comportamento dello stesso Mancia autoritario, istituzionalmente scorretto e volto ad evitare le condizioni di serenità necessarie per procedere all’elezione del presidente del Consiglio comunale viste anche le numerose assenze legate al periodo delle festività. Pacini ha quindi annunciato che non avrebbe partecipato al voto e sulla stessa linea si è posto anche il capogruppo piddino Giovanni Patriarchi annunciando l’uscita dall’aula. Su tutte le furie le opposizioni che accusano il centrosinistra di non aver nemmeno garantito il dibattito e di aver fatto sprecare soldi pubblici per una seduta che avrebbero potuto far saltare ancor prima dell’inizio dei lavori. Sono però restati al proprio posto Silvia Stancati – esponente del PD – ed i vendoliani Bruschi e Santarelli che a loro volta hanno stigmatizzato il comportamento dei bersaniani, bollandolo come ‘irrispettoso delle istituzioni’. Durissimo scontro verbale tra consiglieri della maggioranza e della minoranza durante la sospensione dei lavori, alla fine i consiglieri piddini hanno annunciato che devolveranno i compensi della seduta in beneficenza.