E’ la notizia di apertura dei telegiornali nazionali l’arresto e il conseguente trattamento subito dalla polizia di Miami dallo studente 25enne spoletino Matteo Falcinelli, fermato la sera del 24 febbraio scorso fuori da uno strip bar.
Il giovane, come si vede nei vede delle bodycam, le telecamere “indossate” dai poliziotti – il video è stato pubblicato dal Quotidiano Nazionale – chiede di riavere i suoi cellulari, senza opporre resistenza, ma di fronte al rifiuto di andarsene viene immobilizzato a terra sull’asfalto, in una modalità che ricorda quella che portò alla morte dell’afroamericano George Floyd.
Poi nel commissariato dalla polizia di Miami North Beach quattro poliziotti lo afferrano ancora, gli legano le caviglie con un braccio, mentre ha ancora le mani ammanettate dietro la schiena. E ancora un piede sul collo ad immobilizzarlo a terra.
Le accuse nei confronti del 25enne italiano – opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio – sono cadute dopo l’udienza del 12 aprile a seguito dell’ammissione del giovane spoletino ad un programma rieducativo.
La madre, Vlasta Studenicova, che lo ha raggiunto negli Stati Uniti, chiede però giustizia. Alle telecamere Rai spiega: “Quelle che ha subito sono delle torture che non si possono neanche descrivere. Perché sono state talmente forti che hanno segnato la sua vita al punto che lui, dopo, ha pensato anche di togliersi la vita”.
E ancora: “Matteo sta molto male. Tutto quello che ha vissuto è un dramma terribile, che lo ha segnato per tutto il resto della sua vita, sicuramente. Perché lui era un ragazzo molto solare, pieno di vita, pieno di sogni, pieno di ambizioni”.
Quanto ai motivi dell’arresto, la madre di Matteo Falcinelli, in attesa che in legale incaricato faccia chiarezza, ha evidenziato la discrepanza tra quanto raccontato dal figlio e quanto scritto dai poliziotti.
Il caso è seguito anche dalla Farnesina, con il ministro Tajani che ha stigmatizzato con l’ambasciatore l’inaccettabile violenza dei poliziotti mostrata dai video.