Gubbio e Gualdo

La “Madonna del Melograno” è tornata a Gubbio dopo 45 anni | Il furto nel ’79 con una corda da alpinista

E’ stato riconsegnato oggi (11 dicembre) a Gubbio – dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – il dipinto a tempera su tavola della “Madonna del Melograno”, attribuita al pseudo Pier Francesco Fiorentino (1444-1499).

Dal 1979 ad oggi

La cerimonia si è svolta proprio a Palazzo dei Consoli, lì dove l’opera fu rubata nella notte tra il 18 e 19 marzo 1979 da ignoti malviventi che, con il favore delle tenebre e l’aiuto di una corda da alpinista, si calarono per circa 30 metri da una delle finestre più alte della Pinacoteca eugubina.

Dall’audace furto acrobatico fino ad oggi, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha posto in essere una incessante attività di ricerca finalizzata al rintraccio della pregevole opera d’arte, perfino oltre i confini nazionali, avvalendosi anche della divulgazione di informazioni sui mass media nazionali e programmi televisivi come “Maurizio Costanzo Show” e “Chi L’ha Visto?”.

Il ritrovamento a Bologna

Il dipinto raffigurante la “Madonna del Melograno”, delle dimensioni cm 65 x 44, è stato recuperato dal Nucleo TPC a Bologna lo scorso ottobre in possesso dell’attuale proprietario (ignaro dell’importanza del quadro), dando subito il via ad un’attenta e delicata attività di polizia giudiziaria, per individuare e ricercare quegli elementi irripetibili, le cosiddette “impronte digitali dell’opera”, al fine di acclarare con certezza che la tavola fosse proprio quella asportata nel 1979.

I particolari irripetibili

Nell’immediatezza dei fatti, i militari si sono adoperati ad acquisire dalla Pinacoteca civica di Gubbio un’effige fotografica scattata ad alta risoluzione raffigurante l’opera d’arte prima del furto, sulla quale si sono riscontrati ben 14 particolari irripetibili (cadute pittoriche, fori di tarlo o danneggiamenti localizzati sulla superficie pittorica del quadro) identici e esattamente corrispondenti a quelli della “Madonna del Melograno” rubata. L’esame autoptico condotto dai funzionari della Pinacoteca del Comune di Gubbio ha poi colto un ulteriore elemento irripetibile, ovvero due fori di chiodi localizzati sulla cornice in basso a sinistra che, in origine, assicuravano la targhetta con il numero di inventario dell’Ente proprietario.

Il periodo nello scantinato di Imola

Per l’esito positivo della vicenda sono risultati importanti anche gli accertamenti investigativi che hanno consentito di appurare come la tavola asportata fosse stata nascosta e custodita, per qualche tempo, in un magazzino sotterraneo di Imola (BO), per poi essere rinvenuta durante uno sgombero su di una mensola e successivamente ceduta – qualche giorno prima del sequestro operato dai Carabinieri TPC – al possessore ritenuto in buona fede.

Dove e quando vedere l’opera (gratuitamente)

A conclusione delle indagini il Sostituto procuratore della Procura di Bologna, che ha coordinato e diretto le attività, ha disposto la riconsegna della pregevole tavola quattrocentesca al Museo civico del Comune di Gubbio, proprietario dell’opera, consentendo di poterla restituire alla comunità eugubina e quindi all’intera collettività. L’amministrazione comunale, per dar modo a tutti di rivedere dopo oltre 45 anni l’opera, ha già previsto l’opportunità di ingresso gratuito per tutti al palazzo dei Consoli dalle 15 alle 19 di mercoledì 11 – giorno di ritorno in città – e il 6 gennaio dalle 10 alle 18. Anche per gli studenti delle scuole sarà possibile entrare gratuitamente per poter rivedere l’opera esposta nel Palazzo.