Gunnella (Confavi) ricorda l'art. 10 della 157/92 contro le "invenzioni" estemporanee dei politici
“Cambiare & applicare: due facce di una stessa medaglia. A quanto pare è più facile cambiare una vecchia legge come quella sulla caccia che applicarla!”. Così commenta Sergio Gunnella (Confavi Umbria).
“Perché – spiega – una buona gomma e una penna valente possono cassare & poi modificare qualsiasi riforma, qualsivoglia regolamento e qualunque postulato. Ma al contrario, applicare con etica e estetica la stessa legge, lo stesso regolamento o il medesimo postulato non è cosa da tutti. Specialmente per i politici della regione Umbria che, di una venaria mai praticata, non ne conoscono neppure la prima declinazione! I cacciatori/contribuenti, al contrario di chi parla dalla poltrona, per potersi alzare ogni mattina alle cinque e andare a caccia, non solo devono sostenere un esame, ma devono sapere a menadito che il territorio ‘libero’ non esiste più da 32 anni, che i criteri esposti dal ‘libercolo’ dell’art. 10 della L. 157/92 sono le colonne d’ Ercole della loro attività e che tutte le ‘invenzioni’ estemporanee contenute nei vari regolamenti regionali (e non solo!), per chi vuole la ‘licenza di caccia’ in tasca rappresentano materia di bocciatura”.
“Al contrario – attacca Gunnella – stando a quanto accade da lustri nel palinsesto della Venaria del cuore verde d’ Italia, per chi fa politica colà, in assenza di vocazione & e…di esami, tutto ciò rappresenta semplicemente un optional. Provare per credere; pronto come sono a porre a lor signori qualche domandina facile facile… Perché semmai costoro riuscissero a rispondere a tono, sarebbe solo un miracolo per gente che di politica/partitica sa tutto, ma che di quella venatoria non ne spiccica neppure un’ acca. Vedete cari amministratori dei chiacchieratoi regionali, la marchiana differenza esistente fra voi e chi della propria passione ne fa un vero e proprio stile di vita, sta proprio qui. Se da un lato chi pratica la caccia sopporta gli alambicchi sciorinati a ogni apertura, dall’altro non può che subire le vostre carenze. A meno che, da domani – conclude il rappresentante di Confavi – non decidiate anche voi di alzarvi di buon’ora e, come loro, andare a caccia insieme. Chissà: una sgambata a mente fresca nella natura potrebbe aiutarvi a conoscere il vero colore di un cielo che, fino a prova contraria e se così non fosse, appare riservato solamente a pochi eletti. A disposizione. Perlomeno fino a nuove elezioni.