Alessandro Baricco si conferma tra gli autori e personaggi più apprezzati dal pubblico del Festival dei 2 Mondi che ha fatto segnare il sold out per le tre rappresentazioni al Teatro Caio Melisso de La curiosa eredità di Orfeo (in prima assoluta), in cui lo scrittore e critico musicale ripercorre la storia della musica.
Un condensato chimico in appena settanta minuti durante il quale Baricco ripercorre i passaggi più importanti e gli intrecci che la musica ha avuto, e a volte subìto, per le intromissioni della fede religiosa, dei pregiudizi popolari o della politica. Aiutato da un pianoforte (tranquillo non lo suonerò” ha detto scherzando lo scrittore torinese al pubblico) che lo aiuterà per spiegare l’evoluzione della storia delle note.
Una ricostruzione singolare che parte dalla capacità dell’uomo di riprodurre le prime due note, sulla scorta dei suoni provenienti dalla natura, per proseguire con Pitagora che intuì, ad esempio, che facendo vibrare una corda per la metà dell sua lunghezza si generava il suono dell’ottava superiore, fino a Guido d’Arezzo (1.000 dC) che per primo portò su carta le note musicali su quattro linee simili al pentagramma di oggi.
Ad ogni nota D’Arezzo diede un nome preso dalle iniziali dell’Inno di San Giovanni (do, re, mi, fa, sol, la, si).
Forse lo spettacolo va rivisto per una durata maggiore, anche se il protagonista tiene bene il palco e conferma la grande capacità di entusiasmare il pubblico tenendolo in religioso silenzio.
La curiosa eredità di Orfeo non è solo una prima assoluta ma rappresenta una anteprima del libro al quale da tempo lavora Alessandro Baricco “Breve ed eretica storia della musica classica”. Lo attendiamo con ansia in libreria.
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