Parte da piazza IV Novembre, nel centro dell’acropoli perugina, la manifestazione dell’Udu di Perugia e degli studenti medi. Si ispirano al film “La grande bellezza”, seguono il sogno cavalcato da tanti come loro. Chiedono e rivendicano i loro spazi, manifestano per la rappresentanza, avanzano l’idea di riconfermare una classe giovane, tra le tante politiche e tematiche di genere che tentano di scardinare la vecchia e polverosa politica. E dalla fontana simbolo di Perugia chiedono l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, la riforma dei cicli, una scuola inclusiva che combatta la dispersione scolastica, l’accesso universale alla cultura, e ancora il welfare studentesco per combattere la crisi economica.
Tutte le piazze d’Italia – A Perugia sono 2000, ma in tutta Italia oltre 80.000, gli studenti che sono scesi oggi in piazza per dire al Governo: “la #grandebellezzasiamonoi e il Paese non può permettersi ancora una volta di tagliarci il futuro”. A fare un primo bilancio sono l’Udu e la Rete degli studenti. Più di 6000 studenti a Palermo, 1000 a Cagliari, 2000 anche a Terni e – raccontano – stanno aumentando in tutta Italia.
“E’ ora – afferma Alberto Irone Portavoce della Rete degli studenti medi – che la politica si faccia carico delle proprie responsabilità e investa veramente sull’istruzione, dalla scuola all’università, è necessario che il diritto allo studio non venga più considerato come un fanalino di coda ma diventi pilastro portante del Paese. Chiediamo solo di poter studiare, chiediamo un’istruzione accessibile a tutti”.
“Oggi siamo nelle piazze italiane per dire – aggiunge Gianluca Scuccimarra Coordinatore Unione degli Universitari – che la Grande Bellezza siamo noi e che abbiamo fame di diritti e conoscenza. E’ ora che la politica ricominci a investire realmente su noi giovani e misure come lo (s)blocca Italia e il Jobs Act non sono di certo il cambiamento che chiediamo oggi. Chiediamo di poter studiare, chiediamo di poter costruirci un futuro nel nostro Paese, chiediamo un futuro che non sia precario. Noi oggi siamo in piazza per un Paese diverso perchè non possiamo più permetterci che non ci sia il cambiamento che da anni chiediamo”.
“Chiediamo – conclude Irone – diritti e tutele, a partire dalla legge quadro nazionale sul diritto allo studio. Chiediamo la possibilità di realizzarci in Italia senza dover per forza scappare all’estero. Chiediamo un futuro per questo saremo il 25 ottobre nuovamente in piazza con i lavoratori, perchè un Paese che taglia sui giovani non ce lo possiamo permettere”.