“Gentile Direttore,
vorrei dare voce, con l'aiuto di Tuttoggi, ai numerosi utenti che in questi giorni in modo particolare, stanno subendo i disservizi causati dalle aziende pubbliche. Sicuramente i lettori si staranno chiedendo con quale degli enti pubblici ce l'ho, ne avrei per tutti, ma in particolare la mia lamentela si riferisce ad un paio di 'servizi' dell'ospedale di Spoleto. Purtroppo in questi giorni in famiglia abbiamo avuto bisogno di entrambi. Mi sono recata all'ufficio vaccinazioni per effettuare il vaccino contro la meningite a mia figlia, un tipo diverso da quello richiestissimo in questi giorni e per questo disponibile. Nella sala d'attesa c'erano decine di persone, genitori con bambini che dovevano fare le vaccinazioni obbligatorie, persone anziane. Lo sportello INFORMAZIONI era chiuso e c'erano affissi 2 cartelli: su di uno c'era scritto “il vaccino contro la meningite è terminato“, sull'altro “lo sportello informazioni è chiuso, bussare alla porta“. Io che avevo prenotato il vaccino di mia figlia ho bussato alla porta per sapere se mettermi o meno in coda. Ma nessuno mi ha risposto. Ho così bussato alla finestra dell'ufficio informazioni ed ho sentito urlare “Prenda il numero!”. Effettivamente sul ripiano c'erano dei fogliettini sparsi con sopra scritti a mano dei numeri. Ne ho preso uno ed ho atteso il mio turno (1 ora e mezza per 9 persone prima di me). Fin qui nulla di strano, così vanno le cose da sempre, dunque questa è la normalità.La cosa che mi ha spinto a scrivere è stato quello che è successo nell'ora e mezza di attesa: arrivava gente continuamente che voleva solo comunicare con la persona addetta alle informazioni, ma si vedeva rispondere con poca grazia che avrebbe dovuto prendere il numero e attendere il turno. Per un'informazione? Certo, tanto le nostre ore di lavoro perse non ce le pagano loro.Ad un certo punto è entrata una signora straniera che ha bussato alla porta, le è stato aperto e la dipendente l'usl le ha gridato: “capisco che lei non è italiana, ma venga con me! qui c’è un cartello con su scritto che il vaccino per la meningite è finito!!” e stizzita se n’è andata.Detto ciò è tornata negli ambulatori, facendo rimanere malissimo la signora straniera che ha preso per mano la sua bambina e se n'è andata. Mi chiedo? Dov'è la privacy? Se la signora non avesse voluto far sapere quello che doveva fare? E l'educazione?Ma non è finita! Quando è toccato il mio turno sono entrata, un attimo prima c'era una signora ad attendere che è riuscita a chiedere al dottore come mai non le fosse arrivato il richiamo scritto per la vaccinazione obbigatoria del figlio, cosa già successa. Il dottore all'interno dell'ambulatorio ha chiesto ad una sua collega che ha risposto: “sì è vero, non le è stato fatto il richiamo scritto, qual’è il problema? Se lo è ricordato, sabato porta il figlio e lo vacciniamo senza farla troppo lunga, che ne so io perchè non le scrivono” . Una bellissima risposta! Mia figlia fa il vaccino. Mentre aspettavo i 15 minuti di routine dopo il vaccino, ho telefonato a mia sorella, incinta di sette mesi, in ospedale al reparto prelievi per fare la curva da carico (la curva da carico consiste in 4 prelievi di sangue che occorrono per stabilire se c’è diabete, nel suo caso gestazionale. Il primo prelievo si fa a digiuno, poi alla gestante si fa bere il glucosio e poi una volta l’ora si fa il prelievo che stabilisce l’andamento della glicemia dopo dose massiccia di zuccheri)Alle 8.00 del mattino era già in ospedale. Ha fatto la fila per consegnare la prescrizione ed ha atteso fino alle 9.10 per il prelievo (era a digiuno). Ma le donne incinte non hanno la priorità? Addirittura in qualche supermercato (in altre città) c’è la cassa apposita per le future mamme! Ovviamente non è finita qui. Le hanno fatto il secondo prelievo alle 10.10 dicendole che era un po’ tardi. Ma come, tardi? Era lì dalle 8.00!, Quando mia sorella ha lamentato il fatto che ovunque avrebbe avuto la precedenza in quanto incinta, il personale ha risposto: mica ce lo avete scritto in fronte che siete incinte, come facciamo a capirlo? Già, appena 150 centimetri di circonferenza vita!
A farla breve è stata fino alle 13.30 in sala attesa per completare la curva, a digiuno e con le braccia piene di lividi. Tutto il mio racconto serve a far capire cosa è successo, senza dimenticare che queste strutture le sosteniamo noi cittadini. Che poi nessuno si lamenti se ci si rivolge a quelle private. Non solo, almeno i referenti fossero all’altezza della situazione! La maleducazione e l’insofferenza regna sovrana. Sono del parere che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, ma da ciò che capita di vedere, l’erba buona rischia di esser sempre più contagiata da quella cattiva”. M.S.
Gentile Signora, quello che Lei segnala sarà di certo di grande aiuto alla direzione della Asl3 e dello stesso presidio sanitario spoletino che da qualche tempo sembrano puntare ed investire sull’eccellenza. Simili eventi non agevolano certo questo percorso, ma è grazie alla voce dei cittadini che si può sperare in un cambiamento. Affinchè poche mele marce vadano una volta per tutte a farsi benedire. Con buona pace degli utenti e, in questo caso, di chi soffre o ne farebbe comunque volentieri a meno di avvicinarsi ad una struttura sanitaria. Molto meglio fare la fila in un supermercato, anche senza esser in dolce attesa. Con i Migliori Saluti, Il direttore