L'indebitamento e il ricorso all'usura coinvolgono sempre di più i lavoratori dipendenti ed i pensionati che, complice l'aumento del costo della vita, scivolano facilmente in situazioni di crisi finanziaria in seguito a banali esigenze legate alla manutenzione dell'abitazione o a particolari patologie dei familiari. Le banche sono sempre meno attive nel sostenere la Fondazione mentre il dinamismo delle finanziarie favorisce la crescita dell'indebitamento delle famiglie con clausole contrattuali poco chiare e l'induzione alla spesa senza garanzie di solvibilità.Sono questi i tratti essenziali della relazione della Fondazione Umbria contro l'usura così come li hanno delineati (durante l'audizione di questa mattina davanti alla commissione Affari istituzionali, finanze, bilancio e patrimonio del Consiglio regionale) Lucio Di Stefano (vice presidente della Fondazione) e Ugo Antinolfi (consulente volontario della Fondazione).Un quadro che il presidente della commissione Affari istituzionali, finanze, bilancio e patrimonio, Oliviero Dottorini, ha definito drammatica annunciando che la prima commissione metterà all'ordine del giorno la discussione della situazione di difficoltà della Fondazione 'Umbria contro l'usura': necessaria una riflessione sulla situazione di paralisi di questa istituzione, causata dalle inadempienze dei Governi nazionali che si sono succeduti dal 2001 ad oggi. Bisognerà valutare come intervenire, a livello regionale, sugli interventi per rilanciare l'importante attività della Fondazione.L'attività della Fondazione hanno spiegato Di Stefano e Antinolfi completamente paralizzata perchè può confidare soltanto sulle cifre restituite dagli assistiti (coloro che hanno ottenuto dei finanziamenti e li rimborsano ratealmente). Ormai a coloro che si rivolgono alla Fondazione viene subito spiegato che non ci sono fondi, per evitare di dare spazio a qualsiasi aspettativa a cui poi non potremmo rispondere. Neppure l'attività di tutoraggio può essere efficacemente portata avanti a causa della mancanza di finanziamenti ed è stata limitata all'assistenza tecnica (giuridica, commerciale, bancaria, fiscale e psicologica). Nel 2006 hanno detto sono stati spesi 271 mila euro per gli interventi di prevenzione dell'usura, che hanno coperto soltanto 22 interventi a fronte dei 39 del 2006 (400 mila euro disponibili) e ai 79 del 2004 (2 milioni di euro disponibili). Sono state 3 le domande di soccorso delle vittime dell'usura accolte dalla Fondazione nel 2006, impiegando i 221 mila euro disponibili: 171 mila provenienti dalla Regione Umbria, il resto finanziati dalla Camera di Commercio di Perugia, dai Comuni di Perugia e Terni e dalla Provincia di Terni. La Fondazione umbra viene considerata, per il lavoro svolto, una delle migliori d'Italia, ma per continuare a funzionare in maniera efficace e rispondere alle richieste, avrebbe bisogno di circa 1 milione e 600 mila euro all'anno, contro i 511 mila stanziati nel 2006 dall'esecutivo nazionale. La carenza di fondi governativi secondo Di Stefano e Antinolfi determinata da quanto previsto dai complessi e farraginosi meccanismi di finanziamento previsti dalla legge Finanziaria dello scorso anno, che ha determinato l'azzeramento dei contributi. Questo ha determinato una accresciuta 'diffidenza' degli istituti di credito che (ad eccezione di Unicredit, Banca popolare di Ancona, Banca di Mantignana e Popolare di Spoleto) applicano parametri meramente aziendalistici: con questi sarà necessario reimpostare le relazioni intercorrenti. Il problema che il sistema bancario regionale in gran parte controllato dall'esterno mentre i piccoli istituti locali sono più disponibili ma hanno minori disponibilità economiche.Per i rappresentanti della Fondazione c'è una forte riluttanza da parte delle vittime a denunciare l'usuraio perchè si crea un rapporto quasi affettivo con la vittima (in fondo l'usuraio l'unico che ha fornito aiuto) ed anche perchè la magistratura in difficoltà, i procedimenti per usura sono molto lenti e spesso finiscono prescritti. La Fondazione, inoltre, può intervenire solo dopo una sentenza di primo grado che abbia accertato l'usura o dopo l'iscrizione nel registro penale del reato di usura: la lentezza estrema della macchina della giustizia (a livello nazionale) annulla i benefici di tutte le leggi di contrasto dell'usura. Le categorie più a rischio si confermano essere i lavoratori dipendenti, i commercianti, gli artigiani ed i pensionati. L'aumento del costo della vita ha determinato l'emersione di due fenomeni negativi: gli assistiti hanno problemi anche a rimborsare alla Fondazione rate di poche centinaia di euro che quindi devono essere ulteriormente dilazionate; le famiglie che hanno necessità del nostro intervento sono aumentate. Non sono più soltanto autonomi e commercianti ad indebitarsi: l'economia delle famiglie composte da lavoratori dipendenti viene messa in crisi da spese impreviste legate alla casa, alla sanità o ad acquisti poco avveduti. In questo quadro risulta molto negativa l'attività svolta dalle società finanziarie che spesso concedono prestiti a individui che non hanno adeguate garanzie, pubblicizzano in televisione prodotti ed offerte (come le carte di debito) che spesso partono da una modulistica poco chiara e nascondono spese accessorie e non evidenti che portano a pagare molto di più di quanto si intendeva spendere all'atto dell'acquisto di un bene: la pubblicità di certi prodotti finanziari dovrebbe essere vietata.I pensionati -hanno concluso i relatori – si trovano in una condizione di ulteriore difficoltà: mentre alle giovani famiglie sempre possibile prospettare la vendita della casa per superare un periodo particolarmente critico, per gli anziani questa ipotesi non è neppure ipotizzabile e ci sono stati casi di pensionati a cui stato pignorato il quinto della pensione, lasciandoli con un reddito che non garantisce la sussistenza. L'attività di prevenzione fondata sull'analisi dei motivi per i quali i soggetti si sono indebitati: viene valutata la loro meritevolezza (cercando comunque di sostenere le famiglie in difficolt) per capire se l'intervento della Fondazione risulterebbe risolutivo per eliminare una momentanea situazione di crisi e con essa la possibilità del ricorso al sistema dell'usura. Sempre in tema di prevenzione sono stati attivati gli 'Ambulatori antiusura' che ricevono i soggetti in difficoltà e consigliano anche chi ha intenzione di avviare attività commerciali e imprenditoriali. Ci sono anche corsi di formazione, che si svolgono in tutto il territorio regionale, su come evitare i rischi dell'indebitamento e dell'usura.
LA FONDAZIONE 'UMBRIA CONTRO L'USURA' BLOCCATA DALLA MANCANZA DI FONDI.
Mar, 23/10/2007 - 08:13