Andrea Giuli prenderà un lungo periodo di pausa e riflessione facendo intendere di non voler abbandonare di impegnarsi per il bene “della città che amo”
Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sulle motivazioni che hanno portato alla revoca delle deleghe all’ex assessore (Cultura e Turismo) e vicesindaco di Terni, Andrea Giuli, dopo la conferenza di questa mattina 24 giugno, le idee saranno molto più chiare.
Motivazioni politiche
La scelta del sindaco Leonardo Latini è stata dettata da scelte politiche, in particolare dalle spinte di Fratelli d’Italia che ha spinto per avere un posto in più nell’esecutivo di Palazzo Spada. Lo stesso Giuli ha parlato di “finale annunciato”, non prima di aver ringraziato comunque il sindaco per la fiducia accordata all’inizio mandato e “alle numerose volte che mi ha difeso”.
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Ultimo ‘sgambetto’ di FdI
Andrea Giuli, uomo di centrodestra ma “senza partito” non è mai stato particolarmente gradito alla destra dell’emiciclo, tanto che anche in fase di congedo l’ex vicesindaco ha subito lo ‘sgambetto finale’ da parte dell’assessore Elena Proietti che, alle ore 20.00 di ieri sera (comunicazione ufficialmente apparsa sul sito del Comune solo questa mattina) ha convocato la stampa alle ore 11.00 nella sala consiliare di Palazzo Spada, per la presentazione dei Campionati Nazionali di Nuoto Sincronizzato in programma a Terni, alle Piscine dello Stadio, dal 26 al 30 giugno. Guarda caso la stessa ora in cui era stata programmata la conferenza stampa di Giuli.
Questioni fondamentali
Nel suo intervento, sobrio, ma incisivo, Andrea Giuli ha toccato alcuni punto particolarmente rilevanti che fanno capire cosa sia veramente successo. Ha parlato di “rivoluzione gentile” rispetto al modo di concepire la cultura in città “processo che è stato interrotto brutalmente” – ha sottolineato Giuli – “Ho avvertito solitudine” – “Escludo che la colpa sia di quelli di prima” – “Resta dura a morire una certa attitudine a considerare ancora la cultura in un ruolo ancillare e marginale, anziché come un volano di economia, sviluppo e promozione”. Ecco queste frasi restituiscono un’immagine molto lontana da quella politica “lontana dalle logiche di partito” invocata da molti, rispettata da pochi.
La rivoluzione gentile ‘mancata’
“Nel mio piccolo e con tutti i miei limiti – ha spiegato Giuli – ho cercato di portare avanti un inizio di quella che alcune volte ho chiamato una rivoluzione gentile, di far convivere cose e dimensioni diverse, ho tentato di seminare in lungo e in largo, mi sono sforzato di tracciare nuovi percorsi, secondo l’idea di un assessorato non assistenziale e non passivo, ma proattivo. Fuori dalle logiche partitiche, settarie o di Min Cul Pop al contrario. Certamente in queste ore non nego una forte amarezza. Sono comunque contento di questa esperienza, ripeto, faticosissima, ma importante. Penso che questa città, fin troppo ripiegata e incattivita, ma dalle grandi potenzialità, abbia bisogno di una nuova convivenza, di comprensione, progettualità, coraggio, di rompere alcuni steccati e retaggi. E di scoprirsi bella e possibile, specie in settori finora impensati”.
Il futuro
Andrea Giuli prenderà ora un lungo periodo di pausa e riflessione facendo però intendere di non voler abbandonare di impegnarsi per il bene “della città che amo”. Questo non significa necessariamente un impegno politico, il futuro di Giuli potrebbe anche prevedere un contributo da ‘esterno’ in associazioni e fondazioni che si occupano di promozione culturale della città.