La Pellegrini si rituffa in piscina e i calciatori di serie A tornano a correre sul campo verde. Da lunedì 4 maggio anche il mondo dello sport cerca la sua complicata (ma possibile) convivenza col Covid-19.
Una Fase 2 caratterizzata però da regole ferree, anzi proprio da linee guida, pubblicate in queste ore dal Ministero dello Sport per un graduale e sicuro ritorno agli allenamenti.
Nel documento di 32 pagine rivolto a Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), Cip (Comitato Italiano Paralimpico) e Federazioni dei vari sport si autorizza infatti la ripresa di discipline sportive individuali da parte di professionisti e non, riconosciuti comunque come “atleti di interesse nazionale” dai suddetti comitati sportivi, che possono allenarsi seguendo le ormai famose norme tassative sul distanziamento sociale e divieto di assembramenti (comprese porte chiuse). Spazio anche agli sport di squadra, purché gli allenamenti si svolgano sempre in forma individuale e rispettando le linee guida.
Tra le misure di questo protocollo, tutte atte a prevenire il contagio, c’è ovviamente la prevenzione riguardante i luoghi di allenamento, dove prima di tutto ci dovrà essere
Per quanto riguarda gli atleti, prima della ripresa questi saranno sottoposti ad un esame clinico e ad un tampone, per poter suddividerli in due gruppi:
Gli sportivi dovranno inoltre
Entro fine settimana, e qui a sperare sono anche gli sportivi amatoriali, dovrebbero invece essere stilate le linee guida per le palestre (così come per piscine e centri sportivi), per i quali il prossimo Dpcm stabilirà finalmente regole e date precise per la ripresa delle rispettive attività.
Intanto c’è chi, nell’attesa, si prepara già ad una riapertura secondo tutte le norme stabilite per la prevenzione del contagio: lui è il bodybuilder pluripremiato Riccardo Masi, titolare del ‘Sunfitness Center’ di Città di Castello. “Dato che le istituzioni non menzionano mai la nostra categoria io ho già preso iniziative personali per la mia palestra, a partire dal rispetto del distanziamento sociale – ha annunciato -: infatti ho già spostato i macchinari in tutti gli ambienti, anche nella sala aerobica visto che non ci faranno mai fare i corsi con più persone. La distanza tra un macchinario e l’altro, ora, non è mai inferiore a 140/150 cm. Inoltre mi è stato già consegnato tutto il materiale inerente la sanificazione, gel per le mani, saponi speciali per i bagni (anche se quest’ultimi probabilmente resteranno chiusi) e spray specifici per pulire macchinari e attrezzi. In attesa che escano le varie normative, speriamo prima possibile, sto lavorando per potermi adeguare al meglio e aprire, soprattutto per i nostri clienti e amici perché possano tornare ad allenarsi nella maggior sicurezza possibile“.
Riccardo ha detto di aver anche partecipato al flash mob a cui hanno preso parte 15 mila centri in tutta italia: “Alle 21 ho acceso luci e musica nella mia palestra, e ho come tutti ho fatto un video condiviso sul gruppo ‘Apriamo le palestre’. L’iniziativa corale verrà presentata a Montecitorio per dare voce anche a noi. In Italia ci sono più di 100.000 centri fitness e milioni di persone che gravitano intorno a questo settore. Non essere considerati è davvero molto triste“.
Da Spoleto parlano i gestori della X2 Spoleto Fitness Club che da oltre 20 anni sono sul territorio nella promozione dello sport di base, fitness, corpo libero e arti marziali. “Di sicuro non è bel momento per il nostro settore, ma come ci insegna la filosofia dello sport non bisogna mai mollare, anzi i campioni si vedono nel momento della difficoltà. Stiamo aspettando le linee guida del Governo e del Coni ma non siamo stati fermi nel periodo di chiusura dando la possibilità ai nostri clienti di allenarsi da casa gratuitamente con un App specifica e stiamo già organizzando gli spazi del Club per le nuove regole. Siamo consapevoli che non sarà facile né per noi né per i nostri associati ma la voglia di movimento e di benessere avrà la meglio anche sul virus. Abbiamo pianificato la sanificazione dei locali e già attrezzato il Club con dispenser per l’igienizzazione degli attrezzi oltre che personale. Saremo vicini agli appassionati del fitness e del benessere e vogliamo dargli la possibilità di trascorrere un estate in allegria e allenamento nel rispetto delle regole di sicurezza e per questo nei prossimi giorni comunicheremo tutte le novità”.
Tornando alle fondamentali linee stilate del Ministero, esse sono state stilate tenendo conto dei pareri medico-scientifici ma anche, e soprattutto, di tutte le problematiche relative a tutti i 387 sport praticati in Italia.
Proprio Coni e Cip, infatti, giorni fa, avevano consegnato al Governo un vademecum redatto dal Politecnico di Torino e dalla Federazione Medici Sportivi, da far valutare al Comitato tecnico-scientifico, sui fattori di rischio di ogni singola disciplina (così da cercare soluzioni per poterli aggirare).
“Lo Sport riparte in sicurezza”, questo il titolo del documento (di 404 pagine), definisce i fattori di rischio contagio di ogni singolo sport in una scala da 0 a 4: 0 inesistente, 1 scarso, 2 medio, 3 alto e 4 elevato. In base a valutazioni fatte a partire dai luoghi di allenamento fino all’incidenza del pubblico, tutti gli sport di squadra rientrano in un rischio compreso tra 2 e 4.
Il basket, ad esempio, data la permanenza in spazi chiusi e l’alta percentuale di contatti tra giocatori, è praticamente uno degli sport con rischio più elevato, insieme a tutte le discipline di combattimento, vedi boxe e judo. Stesse problematiche anche per rugby, calcio e pallavolo, anche se le prime due hanno l’attenuante degli spazi aperti mentre l’ultima i contatti quasi nulli.
La storia cambia con gli sport individuali, anche se pure in questo ambito ci sono diverse varianti: si va dal nuoto, a rischio 0, a sport che hanno bisogno di dispositivi di protezione o sanificazione continua degli attrezzi: vedi il tennis, per il quale si prevedono guanti, occhiali di protezione e perfino palline personalizzate, o la scherma, che prevede di disinfettare continuamente l’equipaggiatura dell’atleta.
Tenendo conto di questi fattori, emergono dunque esigenze e precauzioni che si differenziano moltissimo da uno sport all’altro. Un’insieme tanto vasto di considerazioni che il Governo dovrà valutare in vista del 18 maggio, quando, il Comitato tecnico scientifico, come annunciato in questi giorni dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, “potrebbe far ripartire anche gli allenamenti collettivi“. Ovviamente si dovrà fare i conti anche con l’andamento dei contagi: lo stesso Spadafora infatti, in queste ore, ha fatto capire che “al momento non è possibile stabilire una data certa per la ripresa del campionato di calcio di serie A“, uno tra gli sport con alto fattore di rischio. Da non dimenticare che la massima serie di Basket e Pallavolo sono già stati annullati da inizio aprile.