Perugia

La comparsata di Ferrero al Curi, troppo plateale per non destare sospetti

A Perugia, negli ambienti della Rocca Paolina, Mickey Rourke aveva indossato i panni del Poverello di Dio per “Francesco”. A produrlo, Massimo Ferrero. Che lunedì, nella plateale comparsata dalle parti dello stadio Curi, è sembrato seguire un copione. Prima il pranzo al Barton Park. Poi la visita ai campi del Centro sportivo Paolo Rossi. Quindi, dietro la Curva Nord, dove c’è anche l’ingresso per gli spogliatoi.

Non l’ingresso principale, quello del parcheggio da dove dirigenti e calciatori raggiungono poi gli uffici dell’AC Perugia e gli spogliatoi del Curi. Quello da cui sarebbe dovuta transitare una persona attesa da Massimiliano Santopadre per trattare l’acquisto del Perugia. Che poi, le decisioni per lui importanti, quelle in cui ci sono in ballo i soldi, Santopadre le ha sempre prese dalle parti di Fiano Romano, non a Pian di Massiano. Dove al limite gli accadimenti sono avvenuti “di pancia”, vedi, per restare all’ultimo anno, la lite che ha portato all’addio di Giannitti nel giorno del ritorno di Castori o la decisione di Baldini di alzare bandiera bianca.

Troppo plateale, appunto, la comparsata di Massimo Ferrero, intorno al Curi. Dopo che da Genova era rimbalzata la notizia di un suo interessamento al Perugia. Perché la trattativa, con un presidente (Santopadre) che dice pubblicamente di voler vendere, si fa, semmai, cercando di non farsi vedere troppo ingolositi, per spuntare un prezzo vantaggioso.

Che poi, le cifre che ballano, per un club retrocesso in C, non sono di quelle mostruose. Tra i 7 e gli 8 milioni, considerando anche l’esposizione del club. Intorno a quei 10 milioni di cui aveva parlato Bandecchi, patron della Ternana e neo sindaco di Terni, anche lui pronto a scherzare, incurante delle coronarie dei tifosi biancorossi, già provati da una stagione molto complicata e con un epilogo ancora peggiore.

Ora è spuntato Massimo Ferrero, un altro a cui piace stare, sempre e comunque, sotto i riflettori. Dopo essere stato costretto a lasciare la Sampdoria – che ha rischiato di sparire e che, pur con una probabile penalità, dovrebbe disputare il prossimo anno il campionato di B con la nuova proprietà guidata da Radrizzani – sorride all’idea di vedere il suo nome associato ad un’altra squadra. Caduta in disgrazia, ma pur sempre con una storia importante.

“Se son rose fioriranno…” ha detto sibillino Ferrero, felice di essere stato “pizzicato” dalle parti del Curi insieme a un suo collaboratore. Da Santopadre, d’altra parte, non arriva alcuna smentita. E i tifosi, nell’attesa (e con la fatidica data del 20 giugno cerchiata in rosso sul calendario), a dividersi, su quale sia il male minore.