La Suprema Corte respinge il ricorso sul danno erariale all'Atc 3 del Ternano: non gestiscono solo i soldi dei cacciatori, ma anche fondi pubblici
La Corte di Cassazione, Sezione unite civile, conferma: gli Atc (Ambiti territoriali di caccia), gestendo anche fondi pubblici, sono soggetti alla giurisdizione della Corte dei Conti. Una sentenza che fa giurisprudenza, la numero 33845, quella con cui la Suprema Corte respinge il ricorso presentato da 5 ex amministratori dell’Atc 3 dell’Umbria (quello della provincia di Terni) a risarcire i danni erariali provocati dalla loro gestione.
Rimborsi chilometrici non giustificati, personale assunto irregolarmente, acquisto di arredi, caso Agrifauna e costi di rappresentanza le spese contestate, a vario titolo, dai giudici contabili. Alcuni degli ex amministratori hanno accettato il verdetto della Corte dei Conti. In cinque – e tra loro c’è anche l’attuale presidente dell’Atc 3 dell’Umbria, Leonardo Fontanella – avevano invece presentato ricorso, contestando la giurisdizione della Corte dei Conti.
La sentenza della Cassazione
I giudici della Cassazione hanno invece ribadito che la dotazione finanziaria dell’Atc “è costituita da entrate di natura privata, rappresentate dalle quote versate dai cacciatori iscritti ed utilizzatori dell’Atc; dal finanziamento erogato dalla Regione (…)”. E proprio il fatto che gli amministratori degli Atc gestiscano anche fondi pubblici li sottopone appunto al giudizio della Corte dei Conti.
Una sentenza, quella della Cassazione a sezioni riunite, che fa giurisprudenza e che sancisce un principio valido per gli Atc in tutta Italia: gli amministratori non devono rendere conto di come spendono i soldi solo a cacciatori ed agricoltori, ma a tutti i contribuenti.
La questione del presidente
Ora Fontanella, eletto in quota Cia e divenuto nel frattempo presidente dell’Atc 3, si troverebbe nella posizione di essere da un lato debitore che deve risarcire l’Atc, dall’altro l’attuale amministratore che deve rientrare in possesso di quelle somme illegittimamente spese. Un caso che sta creando malumore nel mondo venatorio e anche all’interno di qualche associazione agricola. Tanto che alcuni, letta la sentenza, avrebbero deciso di porre all’assessore regionale Morroni e alla governatrice Tesei la questione dell’opportunità che Fontanella, condannato in via definitiva per danno erariale, resti alla guida dell’Atc 3, essendo venuto meno il rapporto fiduciario. Soprattutto ricordando che questo Atc, come il numero 1 del Perugino, era stato teatro nei mesi scorsi del braccio di ferro sull’approvazione del bilancio.