L’intuizione ‘geniale’ di uno storico dell’arte milanese (Luca Tomìo), la professionalità di un giornalista narnese (Marco Torricelli), la passione di un giudice torinese (Federico Bona Galvagno) e lo spirito illuminato di un editore perugino (Morlacchi), hanno reso possibile la ‘prima pubblicazione’ divulgativa dello studio di Tomìo sul disegno di Leonardo che raffigura la Cascata Delle Marmore “Leonardo Da Vinci – Le radici umbre del Genio”.
Ormai si può abbandonare il condizionale, perché la tavola P8 , come confermato dai più recenti studi scientifici, raffigura un paesaggio umbro e non toscano per tutti, raffigura la Cascata e la valle di Terni per Tomìo.
Il libro è stato presentato il 29 settembre a Palazzo Eroli di Narni, grazie all’impegno del sindaco De Rebotti e dell’amministrazione comunale che hanno colto l’opportunità di legare il nome della propria città a una scoperta che sta riscrivendo la storia dei disegni di Leonardo, per una serie di ‘circostanze felici’ sulle quali si stanno confrontando storici e critici di livello internazionale.
Il 4 ottobre, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi di Milano, Luca Tomìo presenterà il libro nell’ambito del convegno “I luoghi dell’anima – I paesaggi lombardi di Leonardo Da Vinci tra terra e acqua”, dove verrà svelata un’ulteriore intuizione di Tomìo, che riconosce nello sfondo della Monna Lisa un paesaggio lombardo e non toscano.
C’è dunque un continuum tra le scoperte dello storico dell’arte ‘pellegrino in patria’: le sue scoperte, infatti, hanno trovato la ‘resistenza’ delle istituzioni locali che hanno ‘snobbato’ clamorosamente l’opportunità culturale-turistica di dare alla Cascata un’eco internazionale. A prescindere dal valore scientifico della scoperta di Tomìo, sulla quale comunque non ci sono ormai dubbi, non si comprende come la terra ‘proprietaria’ del tesoro in questione, non trovi il modo di farlo proprio.
Anche perché, come sottolineato da Tomìo a TO: “Io non voglio un euro, il mio è un regalo alla città. Con l’amministrazione locale c’è incomprensione, ma voglio precisare che lo storico dell’arte produce studi e dati scientifici che poi spetta agli amministratori scegliere se e come utilizzare”. (VIDEO)
Come ormai noto, il disegno di Leonardo verrà spostato dagli Uffizi alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia nel 2020, dopo l’esposizione a Vinci nel 2019, circostanza straordinaria, visto che le tavole vengono spostate soltanto in casi eccezionali dalla teca di conservazione e soltanto dopo 5 anni di riposo tra una esposizione e l’altra.
Non solo. La tavola in questione è l’unico documento autografo di Leonardo che testimoni la formazione giovanile ‘del genio’, sulla quale non abbiamo ulteriori informazioni autenticate fino al 1478.
Perugia sarebbe stata comunque, forse, l’unica soluzione possibile per l’esposizione della tavola leonardesca, visto che Terni non ha un luogo pubblico allarmato e con alto coefficiente di sicurezza che possa garantire la salvaguardia dell’opera.
Ma in un cassetto dell’archivio di Stato ternano, giace impolverata una riproduzione della tavola ad altissima risoluzione del disegno, immagine che gli Uffizi hanno ‘regalato’ a Terni per farne letteralmente l’uso che volessero. Bene; l’uso al momento è quello di raccoglitore di polvere. ‘Non male’ per una città che sta cercando una via di riconversione e di alternativa, rispetto all’unica vocazione industriale proposta dalle acciaierie.
Mentre Terni ‘dormiva’, Tomìo è andato avanti con gli studi e ha scoperto due documenti (uno a Terni e uno a Narni )che avvalorano ancora di più la sua tesi, dopo aver girato gli archivi di tutto il centro Italia.
Leonardo nell’estate del 1473 è passato per l’Umbria; ora si tratta di stabilire se abbia disegnato effettivamente la Valnerina, oppure un paesaggio umbro, ma anche gli studiosi che hanno questo dubbio hanno ormai dato per certo che nella parte destra della tavola è stata raffigurata la Cascata. Per Tomìo non ci sono dubbi, così come per il giudice Federico Bona Galvagno che quando ha visto la sovrapposizione dei due paesaggi ha fugato ogni suo scetticismo iniziale.
Leonardo è stato in Umbria come garzone e, probabilmente, per studiare ingegneria idraulica e Narni avrebbe avuto un ruolo fondamentale. Secondo le recenti scoperte di Tomìo, infatti, Lonardo, nei giorni di permanenza nel sud dell’Umbria, sarebbe stato anche nel borgo ternano, dove ci sarebbe la prova che il disegno della Cascata era diventato pubblico.
Tornando per un attimo a Firenze, precisamente alla Galleria Degli Uffizi, possiamo trovare 3 disegni del ponte di Augusto che, all’epoca, era studiato da tutti coloro che volevano approfondire gli studi di ingegneria idraulica, perché si pensava che il ponte di Augusto e Marmore fossero collegate, fino alla perizia fatta fare dal Papa nel 1548, in quanto le piene del Tevere e le inondazioni di Roma venivano attribuite a ciò che accadeva alle Marmore. Leonardo sarebbe dunque stato a Narni per acquisire nuove competenze in fatto di ingegneria idraulica al seguito della corte di Sisto IV.
La prova certa che il disegno di Leonardo riguardi questi luoghi e fosse pubblico si trova proprio a Narni, più precisamente a Sant’Agostino, in un affresco di Pier Matteo D’Amelia (“Madonna con le sante” del 1482), dove sarebbe riconoscibile il paesaggio della Cascata.
“Ecco perché – sottolinea Tomìo – ritengo che è necessario fare sistema tra tutto il sud dell’Umbria. C’è un percorso di formazione di Leonardo che deve essere ancora studiato e approfondito e il mio prossimo passaggio sarà verso Roma”.
A proposito di percorsi, nell’ambito della presentazione, Marco Torricelli ha lanciato una delle tante idee che potrebbero valorizzare la scoperta di Tomìo: “Si potrebbe realizzare ‘il percorso di Leonardo’ all’interno dei sentieri della Cascata, visitabile quando non c’è acqua e i turisti non possono vedere la piena. È proprio senza acqua che si può vedere la Cascata che ha visto Leonardo nel 1473”.