Tra le tante anomalie di questa campagna elettorale perugina, segnata da trovate originali e scivoloni di pessimo gusto, va segnalata anche l’iniziativa elettorale organizzata dall’amministratore di condominio (pro tempore). Questa infatti la qualifica in calce ad un incontro organizzato con Andrea Romizi (sindaco di Perugia). E non candidato sindaco di Perugia. Considerando che l’incontro nella sala condominiale in questione è stato organizzato a tre giorni dal voto che vede il sindaco uscente in corsa per la riconferma.
Romizi, che a febbraio si era già recato in visita nell’area, torna “per illustrare il suo programma per la città ed il quartiere”. Programma di un candidato sindaco, appunto.
Convocazione che non è passata inosservata a qualche candidato nelle altre liste, che ha provveduto ad inoltrare l’ennesima segnalazione di questa campagna elettorale segnata, da più parti, da furbizie e scorrettezze.
Manifesti strappati
Quello di strappare i manifesti (o di imbrattarli, come è accaduto ai danni di Romizi) è una vecchia “pratica”. Scorretta, e illegale, quanto inutile. Perché i manifesti, per lo più, servono per farsi fotografare mentre li si sta attaccando per avere uno scatto che attesti il lavoro fatto in campagna elettorale così da poterlo postare sui social.
Un anno a Perugia, ma quelle erano le politiche, nella zuffa per i manifesti ci scapparono le lame.
Vele alla deriva
Peggio ancora quando i manifesti elettorali, in formato 6×3, campeggiano sulle vele alla deriva, abbandonate in punti ben visibili su autocarri che… hanno finito la benzina. La legge consente le affissioni solo su mezzi in movimento. Ma tanto, nessuno controlla.