Il nuovo anno riconsegna giorni di caccia alle doppiette umbre. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della Legge di Bilancio, entra infatti in vigore anche l’emendamento che modifica l’art. 18 della legge 157/1992, la normativa quadro su caccia e fauna selvatica in Italia.
La nuova normativa approvata con la Manovra prevede, tra le altre cose, che, in caso di impugnazione del Calendario venatorio, “qualora la domanda cautelare sia accolta, fino alla pubblicazione della sentenza che definisce il merito, l’attività venatoria è consentita nei termini di cui ai commi 1 e 1-bis (del medesimo articolo 18) e riacquistano efficacia i limiti di prelievo e gli orari giornalieri fissati da ciascuna regione con l’ultimo Calendario venatorio legittimamente applicato”.
Sulla base di questa normativa, dunque, anche in Umbria, così come nelle altre Regioni dove i giudici amministrativi avevano accolto le istanze di sospensione dei Calendari venatori presentate dai cacciatori, si può tornare a cacciare le varie specie come da Calendario venatorio dello scorso anno, sino alla sentenza definitiva. Per l’Umbria il giudizio di merito del Consiglio di Stato è stato fissato per il 14 gennaio.
Il ritorno alle date previste nel Calendario venatorio dello scorso anno è stato certificato con una nota dalla stessa Regione Umbria, su indicazione agli uffici da parte dell’assessore alla Caccia e Pesca Simona Meloni, a cui si erano appellate le associazioni venatorie nelle ultime ore – in particolare Federcaccia e Libera Caccia (quest’ultima aveva resistito in giudizio insieme ad Enalcaccia e Cpa) – affinché fosse fatta chiarezza e fossero rispettate le prerogative dei cacciatori.
Pubblicata la Finanziaria in Gazzetta Ufficiale, è arrivata la nota della Regione. Dunque, la caccia a tordo bottaccio, cesena, tordo sassello e beccaccia, in Umbria, non è finita con la fine del 2024.