I burocrati si dividono in due grandi categorie: quelli che vengono totalmente assimilati dalla loro funzione (costoro si trasformano anche fisicamente fino a divenire quasi un complemento del loro ufficio, non troppo dissimile dalla scrivania, dalle scartoffie da cui sono circondati, dal computer o dalla stampante) e quelli che salvano la loro identità personale, usando il loro ufficio come osservatorio privilegiato di varia umanità e, particolarmente, dei colleghi assimilati. Questa l’introduzione di Nando Pietro Tomassoni alla presentazione del suo libro “Pillole omeopatiche per la cura della ragione”, racconti di insanità burocratiche. Il libro appartiene, appunto, alla seconda categoria spiega Tomassoni che ha impiegato tutta una vita da funzionario e poi da dirigente di enti pubblici ad allineare perle burocratiche da montare in piccoli gioielli letterari che, una volta in pensione, ha costruito con grande sapienza. Molto il pubblico presente alla Sala Capitolare dell'Istituto d'Arte Leoncillo Leonardi, dove l’assessore alla cultura del Comune di Spoleto Giorgio Flamini ha presentato il volume, pubblico molto attento anche alle testimonianze dell’onorevole Domenico Benedetti Valentini che ha allietato i presenti con un ampia panoramica sui misteri dei ministeri. Pillole di burocrazia anche per Antonio Attinà intervenuto alla presentazione. Applausi per l’inossidabile Mario Leone che ha letto dei brani del libro.
Sara Cipriani