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La “Bluetongue” colpisce anche gli ovini in Umbria

In riferimento all’arrivo della Bluetongue (BT) che ha colpito alcuni allevamenti ovini in Umbria, il dipartimento di prevenzione della USL Umbria 1 fornisce alcuni chiarimenti affinché non si diffondano inutili allarmismi tra la popolazione e conferma che non esiste alcun rischio di contagio per l’uomo.

La febbre catarrale degli ovini, più comunemente chiamata Bluetongue, è una malattia infettiva virale non contagiosa dei ruminanti, e in particolare degli ovini (nei quali si manifesta in forme più gravi), che viene trasmessa da insetti appartenenti al genere Culicoides. Dall’estate del 2000, anno in cui è stata confermata per la prima volta in Sardegna, in Italia la Bluetongue è stata rilevata la circolazione di alcuni (BTV1, 2, 4, 8, 9 e 16) dei 26 sierotipi attualmente conosciuti.

Si tratta di una malattia non trasmissibile all’uomo né attraverso gli animali né attraverso gli insetti né tramite consumo delle produzioni di carne, latte e derivati (cioè, tecnicamente, non è una zoonosi).

“E’ importante che i consumatori sappiano – rassicura Antonio Ruina, direttore del dipartimento di prevenzione della USL Umbria 1 – che alimentarsi con la carne, il latte e i suoi derivati non crea alcun problema alla salute. Per cui si possono continuare ad acquistare con tranquillità i prodotti presenti sia nella grande distribuzione sia presso le aziende che fanno vendita diretta, considerando che i veterinari del dipartimento controllano sia gli animali all’interno degli allevamenti sia i prodotti da essi derivati”.