Dopo 15 anni di chiusura al pubblico, le porte della chiesa di Santa Maria delle Grazie vengono aperte per lo svolgimento di alcuni lavori di restauro e presto tornerà disponibile alla comunità.
Grande la gioia per i cittadini di Terni, privati per troppo tempo di tanto splendore, e speranza per le nuove generazioni di poter godere di un tesoro che per troppo tempo è rimasto nascosto.
La rilevanza del Convento e della chiesa di Santa Maria delle Grazie è testimoniata anche dall’importanza che gli abitanti della zona erano soliti conferire all’edificio e al parco in cui questo sorge.
Solamente per citare alcuni eventi, nella Chiesa aveva luogo la festa di San Francesco e quella dell’Immacolata Concezione; i cittadini erano soliti recarsi, inoltre, in occasione della scampagnata del Lunedì dell’Angelo, presso il parco delle Grazie, e, aspetto non meno importante, la cittadinanza dedicava, ogni anno, una festa alla Maestà con immagine della Madonna, che si trova, ancora oggi, nel tratto iniziale della salita delle Grazie.
Insomma, un luogo di culto e di ritrovo, gonfio di tradizioni e valori, ormai perduti, primo fra tutti quello della condivisione, in cui molti dei nostri genitori e dei nostri nonni amavano sposarsi.
La facciata della chiesa risale al XV secolo. Presenta un rosone centrale e un ristretto portico. L’interno reca una sola navata con due cappelle laterali nella parte sinistra: qui una serie di stucchi dorati che si incrociano a volute, riquadri e lunette, con i fondi affrescati che rappresentano Sibille, Profeti, eventi del Nuovo Testamento, nonché personaggi ascrivibili all’ordine francescano.
Nel secondo arco, che rimane a destra della navata, è posizionata, in un riquadro a stucco, una tela che raffigura il Cristo crocifisso dal volto sofferente. In fondo alla seconda cappella di sinistra, un’altra tela raffigurante L’Apparizione della Vergine a San Bernardino (1957) del pittore ternano Bertozzi, che ha, tra le altre cose, restaurato gli affreschi inseriti tra gli stucchi delle pareti e delle volte.
L’antico chiostro del Convento, a doppia serie di arcatelle chiuse su due lati, possiede lunette decorate con storie della Vita di San Francesco, nella parte superiore delle quali sono inseriti gli stemmi gentilizi delle famiglie ternane; racchiude, inoltre, un piccolo giardino, con il classico pozzo francescano nel centro, le cui colonne ottagonali sorreggono l’architrave, sulla quale è riportata la data 1484.
La chiesa conobbe il suo periodo di massimo splendore tra il XVI e il XVII secolo, periodo in cui Giovanni Spagna, Niccolò Alunni, Benozzo Gozzoli e il Perugino decorarono le pareti che conservano una copia del gruppo affrescato nella lunetta dell’antico portale della chiesa, una copia dell’originale che si trova nella pinacoteca comunale di Terni.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, insieme a una porzione del Convento e al parco delle Grazie, sono stati concessi nel 2019, dall’ Azienda Usl Umbria 2, alla confraternita San Giuseppe e San Francesco di Paola, ente ecclesiastico della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, facente capo a padre Angelo Gatto.
Lodevole lo spirito di iniziativa e l’impegno di padre Angelo, desideroso di rendere nuovamente alla città di Terni uno spazio di culto prezioso da un punto di vista storico, artistico e culturale.
Padre Angelo è appoggiato, nel suo disegno, da tutti i membri della confraternita, ed è anche grazie alla competenza artistica e culturale di persone come, Daniela Ghione, membro della confraternita, nonché vincitrice del Premio letterario nazionale Logo d’oro 2020, sezione racconti, che il progetto di padre Angelo è già apprezzato dalla comunità cittadina, e ha già raggiunto risultati sbalorditivi.
Il 14 settembre 1472 Papa Sisto IV, su richiesta di Fra Fortunato Coppoli, firmò un atto di concessione riguardante la cessione del bosco in cui era collocata una immagine sacra della Madonna delle Grazie, sita presso la fonte, denominata Pan Perduto, le cui acque erano ritenute miracolose: per questo motivo, di lì a poco, la denominazione venne mutata in Fonte delle Grazie.
La concessione fu sottoscritta a vantaggio dei frati dell’Osservanza, che risiedevano già nel Convento della Madonna dell’Oro. Questo edificio, però, fondato da San Bernardino da Siena, si configurava come insicuro e la concessione garantì l’edificazione di un nuovo convento. La struttura, al termine della realizzazione, risultava composta da due chiostri e dalle officine, situate al pianterreno, e da due dormitori con ventotto stanze, collocate nel piano superiore.
L’importanza del Convento era evidente già nel 1643, anno in cui questo cominciò a gestire anche la Chiesa della Madonna del Ponte, costruita su un terreno poco distante.
Nel luglio 1810 i religiosi, a causa decreto napoleonico che sopprimeva alcuni tipi di associazioni e congregazioni ecclesiastiche, furono costretti ad allontanarsi dalla struttura, per poi farvi ritorno, una volta ripristinato il Governo pontificio.
Qui rimasero sino al 1817, quando, su ordine della Segreteria di Stato, dovettero lasciare il Convento al Comune di Terni, che volle trasformarlo in un ospedale pubblico. Luogo dove ancora oggi sorge il nosocomio cittadino.
Nel 1832 i frati tornarono di nuovo al Convento di Santa Maria delle Grazie, dove dimorarono fino al 1865, poiché, a seguito della costituzione dello Stato Italiano, i frati furono espulsi nei conventi di Stroncone e Lugnano in Teverina.
Dal 1940 fu trasformato in casa di riposo per gli anziani; nel 1966 fu costruita una nuova ala e messo in funzione un centro geriatrico.