Dignità e lavoro. Sono state queste le due parole d’ordine del presidio in piazza Martiri della Libertà, a Gualdo Tadino, organizzato dai sindacati per protestare contro i licenziamenti alla Jp Industries. Lavoratori, sindaci di Nocera e Gualdo, il parlamentare Walter Verini, i consiglieri regionali Tommaso Bori e Donatella Porzi. Tutti con lo stesso obiettivo: far tornare l’imprenditore sui suoi passi o ripartire, scrivendo una nuova pagina, senza Porcarelli.
Ad aprire la mobilitazione Filippo Ciavaglia, segretario provinciale della Cgil, con la maglia della protesta del 1997 contro l’eccessivo carico di lavoro alla Jp. Poi il terremoto e l’azienda che assorbì gran parte delle risorse pubbliche arrivando fino a 1600 dipendenti. I lavoratori non chiedono sussidi, ma lavoro e dignità. Porcarelli ha usufruito di molte risorse economiche, le Istituzioni regionali e nazionali devono chiederne conto”.
“Non ci vergogniamo della cassa integrazione, perché è un nostro diritto – ha detto Rosa Di Ronza, Rsu Uil – Io chiedo alle istituzioni di darci una mano, non fermiamoci qui. Salviamo i posti di lavoro. Facciamo ritirare la mobilità ai lavoratori. Non possiamo permetterci di perdere altri 280 posti di lavoro“. Il sindaco di Nocera, Giovanni Bontempi, ha sottolineato l’importanza dell’accordo di programma: “Che deve incidere con strumenti concreti su questo territorio“.
“Siamo nell’ora più buia di questa vicenda – ha tuonato il sindaco Massimiliano Presciutti – E’ necessario che il presidente del Consiglio e della Regione vengano qui a conoscere il disagio. Servono imprenditori che investano e a cui dare certezze. Basta con le variante ai progetti vecchi di anni. Questo è il momento dell’unità istituzionale e politica. Porcarelli non è più un interlocutore ed è necessario impegnarsi per vincere la sfida con l’unità di Governi nazionali e regionali“.
Da Verini l’invito a non abbattersi e al non avere nulla di cui vergognarsi: “La cassa integrazione è un diritto e aiuta a mantenere la coesione sociale di un territorio. L’importante è riuscire a garantire al territorio lavoro e produzione. Noi lo stiamo facendo con il Governo e la sottosegretaria Morani“. “Abbiamo trovato un imprenditore arrogante e inaffidabile – ha spiega Luciano Recchioni (Fiom) – ed è necessario cambiare pagina”.
“Le istituzioni devono prendere in carico la vicenda, per questo porteremo il tema all’attenzione dell’Assemblea legislativa, con una mozione da discutere nella prossima seduta d’Aula. I lavoratori non vogliono vivere di cassa integrazione ma vogliono sviluppo. Serve dunque un imprenditore serio, in grado di dare garanzie”. Così il gruppo regionale del Partito democratico, che oggi “ha partecipato con il capogruppo Tommaso Bori e la consigliera Donatella Porzi, al presidio di Gualdo Tadino, organizzato dai sindacati Fim, Fiom e Uilm”.
“Ai lavoratori Jp Industries che, dopo anni di rimbalzi e cassa integrazione, stanno subendo l’ennesima umiliazione delle procedure di mobilità, la nostra vicinanza e impegno. L’azienda, dopo anni di sostegno – dicono i consiglieri – ha deciso, in maniera unilaterale, di avviare le procedure di mobilità per 600 lavoratori. Un atteggiamento da stigmatizzare e condannare”.
“Compito delle istituzioni ora – proseguono i consiglieri – è di difendere i lavoratori e di ricostruire un futuro per il territorio, da tempo provato da una crisi economica diffusa, causata proprio dal colosso dell’elettrodomestico. Servono strumenti incisivi, che sappiano sfruttare le potenzialità del territorio, mettendo a disposizione anche le risorse dell’accordo di programma. Servono imprenditori, in grado di sviluppare un territorio e non prenditori, che pensano solo al profitto”.
Parla di piazza positiva il responsabile del Pd di Nocera, Federico Manali, presente in piazza. “L’unità di tutti è fondamentale per vincere questa battaglia, soprattutto dovendo fronteggiare l’inaccettabile atteggiamento di Porcarelli. Porcarelli che a noi nocerini infligge un doppio danno: abbandona i quasi 300 lavoratori di Gaifana e cancella qualsiasi prospettiva di rilancio dopo i tanti sforzi di MiSE e sindacati per porre fine alla fabbrica di cassa integrazione e far finalmente iniziare a lavorare l’azienda“.