Dopo giorni di lotta, scioperi e occupazione, nella serata di ieri, 25 febbraio, c'è stato l'accordo unitario per la messa in liquidazione dell'azienda da parte di Jindal
Dopo giorni di lotta, scioperi e occupazione, Jindal ha messo la parola fine alla vertenza Treofan Terni. Nella serata di ieri, 25 febbraio, c’è stato infatti l’accordo unitario per la messa in liquidazione dell’azienda, procedura che sarà formalizzata nella giornata di oggi.
Cosa prevede l’accordo con Jindal
Niente è cambiato rispetto a quanto ipotizzato nei giorni che hanno preceduto l’incontro ufficiale al Mise. Confermata una buonuscita di sette mensilità corrisposte ai lavoratori e confermati i dodici mesi di cassa integrazione straordinaria Rimane aperta la questione dei macchinari presenti nella fabbrica. Sull’accordo, infatti, non è specificato se Jindal li manterrà negli stabilimenti di piazzale Donegani o li trasferirà in altre sedi, facoltà che le sarebbe comunque concessa visto che ne detiene la proprietà.
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Lieve spiraglio
Nell’ambito della lunga discussione che ha portato alla conclusione dell’accordo è stato lasciato aperto un lieve spiraglio per il mantenimento almeno di una parte dell’occupazione. Da quanto emerso, infatti, nel prossimo incontro convocato dal Mise, Jindal potrà nominare un advisor per un processo di reindustrializzazione del polo chimico ternano.
Mantenimento delle maestranze
Proprio a questo opportunità è legata la speranza di mantenere le maestranze attualmente impiegate nel sito ternano, ma con l’avvio di una nuova produzione, che potrebbe trovare nella ‘chimica verde’ la sua vocazione, che non vada a competere sul mercato con gli altri manufatti Jindal.