di Raggruppamento Loretoni, Rinnovamento per Spoleto, Gruppo Misto
Leggendo sulla stampa locale il comunicato che il CdA della VUS ha pubblicato in risposta alle nostre preoccupazioni, possiamo di certo affermare che la volontà di tale organo amministrativo sarebbe stata comunque quella di vendere inopinatamente il gioiello di famiglia: la VUS Com, società scrigno della VUS che fattura annualmente oltre 40.000.000 di Euro, ed ha un pacchetto clienti gas di circa 50.000 utenze e nessun dipendente diretto.
Prendiamo quindi atto favorevolmente della precisazione che il CdA di VUS non può e non potrà disattendere l’indicazione del Coordinamento dei Soci che svolge il controllo analogo, che non ha autorizzato la cessione di una quota di maggioranza della VUSCOM,.
Oggi si afferma che le motivazioni a base di questa strategia aziendale che, diciamo per fortuna non ha trovato consenso in seno al Coordinamento di controllo analogo, si basano su difficoltà operative a gestire (unbundling), affermazione che se fosse fondata non farebbe di certo onore al management aziendale,
Purtroppo dobbiamo prendere atto dell’assenza di un progetto industriale, nel quale si sarebbe dovuto analizzare e valutare a pieno l’impatto che la cessione della VUSCOM avrebbe avuto sull’equilibrio della stessa multi-utility capogruppo, ossia sulla restante gestione dei servizi pubblici economici del territorio ( servizio idrico integrato e dell’igiene urbana) e sulla stessa capacità nel medio – lungo periodo di mantenere l’equilibrio gestionale. (a meno che anche per la VUS spa non si sta pensando ad uno “spacchettamento” e ad una sua progressiva vendita di quote della stessa ….)
Volendo poi approfondire il discorso sulla società di vendita del gas (VUSCOM) o meglio sulle sue asserite difficoltà di restare proficuamente sul mercato, occorre sottolineare che non si sta parlando di un’azienda decotta, ma di un’azienda che ha chiuso il bilancio 2011 con un utile netto di oltre un milione di euro e che le previsioni del 2011 portano quasi a raddoppiare tale risultato economico, pur in presenza, come dice il CdA di VUS, di una concorrenza agguerritissima sul mercato del gas, tale da consigliare di vendere il più presto possibile la VUSCOM o meglio di cederne il suo pacchetto di controllo a qualche soggetto con maggiori capacità tecniche ed economiche .
Il CdA di VUS si è interrogato invece se sulla base di tali risultati economici, non smentiti, sarebbe più proficuo fare una politica commerciale sul territorio e destinare una parte significativa di questi utili a favore di essa, ai contenimenti tariffari e di agevolazioni di alcune fasce deboli della popolazione, fidelizzando ulteriormente la popolazione intorno alla VUSCOM ed alla stessa VUS?
Questo dovrebbe essere l’obiettivo di un’azienda pubblica del territorio, questo l’obiettivo della politica del territorio!.
A questo punto ci appaiono incoerenti le scelte del C.d.A. della VUS che prima ha deciso di introitare fino all’ultimo euro l’utile di bilancio 2010 della VUSCOM, per poi sottolineare nel comunicato stampa che una delle “ragioni profonde” che dovrebbe portare a valutare positivamente la cessione del pacchetto di maggioranza della VUSCOM è la sua stessa bassa patrimonializzazione, che le impedisce di attuare politiche concorrenziali sul territorio e di rispondere adeguatamente agli altri venditori presenti sul mercato che tentano di erodere progressivamente il suo pacchetto clienti!
Ma è proprio la sensazione che ci si muova a vista, ossia senza una reale politica gestionale e di programmazione che preoccupa.! O dovremmo aspettare la nomina del nuovo direttore generale, come elemento qualificante della programmazione ?
Invitiamo il CdA della VUS a riflettere profondamente anche sulle implicazioni che dovrà avere il risultato del referendum del 12 giugno: l’importanza del ruolo che aziende pubbliche coma la VUS e la VUSCOM avranno nella gestione dei servizi pubblici locali e nello sviluppo strategico di fonti energetiche alternative non legate al nucleare.
Infine relativamente all’ultimo punto del comunicato di risposta del CDA di VUS nel quale si afferma che nessun errore e tantomeno danno è stato fatto dalla struttura di VUS nei confronti della società VUSCOM relativamente alla fatturazione anticipata dell’ultimo ruolo gas di competenza 2010, che avrebbe comportato gravi ripercussioni finanziarie in capo alla VUSCOM, in quanto “l’emissione anticipata della fatturazione è stata predisposta in quanto dal 1.1.2011 sarebbe entrata in vigore la delibera dell’Autority n. 202 che prevedeva un nuovo formato della fattura. Se si fosse atteso il tempo per adeguare il software al nuovo formato, sarebbe trascorso un maggior tempo (tre mesi), prima di poter procedere alla fatturazione e quindi all’introito degli importi addebitati. Quindi a conti fatti la procedura utilizzata ha prodotto vantaggi e non svantaggi !”, appare necessario e doveroso completare magari gli estremi della deliberazione dell’Autority e riportare alcuni stralci della stessa per meglio comprendere la situazione:
Deliberazione 28 dicembre 2009 – ARG/com 202/09 “Approvazione della Direttiva per l’armonizzazione e la trasparenza dei documenti di fatturazione dei consumi di energia elettrica e di gas distribuito a mezzo di rete urbana.
Omissis…in relazione alle tempistiche di attuazione della direttiva, un tempo di 12 (dodici) mesi appare congruo per entrambi i settori … pertanto entri in vigore dal 1.1.2011 il nuovo modello di fattura
Anche su questo versante sembrerebbe chiara una conferma alle nostre supposizioni! Nel 2011, avendo anticipato la fatturazione nel dicembre 2010, si e dovuto pagare insolitamente rispetto agli altri anni, gli oneri della imposta erariale di due inverni? Sarebbe importante capire se le somme versate a favore dello Stato, erano disponibili in cassa o si è dovuto far ricorso a qualche alchimia? Sperando di essere smentiti come cittadini, prima che come amministratori, ripetiamo le stesse domande del precedente comunicato:
– Quali sono le motivazioni di tale comportamento?
– Se ciò ha creato ulteriori problemi, magari in termini di liquidità?
– Chi pagherà i maggiori eventuali oneri, se si fosse dovuto anticipare una tale somma, a titolo di mancati interessi attivi o peggio di scoperto di cassa?
– Se è stato informato il Coordinamento dei Soci che sovraintende al controllo del gruppo VUS?
Se la deliberazione citata nel comunicato stampa aziendale è quella da noi riportata, se non esistevano altri impedimenti a noi sconosciuti, non pensa il CdA di VUS che 12 mesi, da dicembre 2009 a gennaio 2011 sarebbero stati più che sufficienti per adeguare il software di fatturazione, e quindi evitare eventuali ripercussioni finanziarie a carico di VUSCOM, o invece al CdA, sfugge qualcosa?