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“IPERURANIO”, L'ESPOSIZIONE DELLA GIOVANE PROMESSA DELLA FOTOGRAFIA IRINA MATTIOLI (Foto TO®)

“Ho comprato la mia prima reflex a 18 anni: a dire la verità, ancora oggi non so bene perché l’ho fatto, è stata una cosa molto istintiva. Ho iniziato a scattare davvero, tuttavia, solo dopo un infortunio che mi impediva di ballare. Così ho cominciato a fotografare le mie amiche mentre danzavano. Nonostante fotografare la danza sia qualcosa di estremamente delicato, incerto e particolare, l’ho trovato subito naturale ed immediato. Riesce a darmi quel ‘grande piacere fisico e intellettuale’ di cui parla Cartier-Bresson”.
Classe 1988, studente in studi classici e medievali alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, 15 anni di danza classica alle spalle (che ne influenzano considerevolmente i lavori) e, tra le varie, una prima esposizione a Campiello delle erbe 2003 di Campo San Polo, a Venezia, nel 2009, la folignate Irina Mattioli è diffusamente considerata una giovane promessa italiana della fotografia, tanto da essere stata addirittura notata dai fotografi Daniele Mattioli, Franco Venanti e Pierluigi Abbondanza. Tuttoggi.info è riuscito ad intervistarla prima dell’inaugurazione all’Officina 34 Retròscena di “Iperuranio”, la prima mostra fotografica della Mattioli nella sua città d’origine, così come a vedere e scattare in anteprima le opere che compongono l’esposizione.
Cosa sta a significare la parola “Iperuranio”? L’Iperuranio è un concetto teorizzato da Platone nel suo “Fedro”. Letteralmente, “al di là della volta celeste”, l’Iperuranio è la dimensione metafisica, atemporale ed aspaziale in cui risiedono le idee – “Ciò che si vede con la mente” – immutabili, eterne e pure, raggiungibili dal solo intelletto. Il concetto sembrava riassumere bene l’atmosfera di sospensione e spiritualità (intesa come non-corporeità) che identifica questa mia serie di ritratti caratterizzati da toni chiari e tendenti a gradazioni di grigio e celeste.
Quando e come ti è venuta l’idea di un’esposizione e quanto tempo ci è voluto per prepararla? Avevo appena terminato questa serie di ritratti e mi ero resa conto che, per motivi di studio e lavoro, era da un po’ che non dedicavo del tempo ai miei lavori personali in termini espositivi. Mi sono guardata un po’ intorno e, dopo una veloce valutazione di carattere pratico, ho organizzato il tutto in un paio di settimane circa con il gentilissimo aiuto di Officina 34 Retròscena e di Roberta Rotoloni.
Qual è il tema della mostra? Pur cercando di rimanere sempre aderente ad una certa progettualità ed a un’omogeneità nel linguaggio visivo, non parto mai da un tema particolarmente figurato o troppo ‘narrativo’, non essendo reportage o fotografia di tipo cronachistico/sociale – ma piuttosto ritratto artistico – rischierebbe di diventare forzato. Quindi, come detto, si è trattato più di una scelta di atmosfera e di caratterizzazione estetica. Le foto sono 6 e sono state stampate su pannelli in forex, 50×50.
È la prima volta che esponi a Foligno? Sì, è la prima volta che espongo in città, ma ho gIà partecipato a qualche altra collettiva in territorio umbro per qualificazione a concorsi e cose simili. Invece, un paio d’anni fa, ho fatto la mia prima personale a Venezia dal titolo “Le Parole dell’Immagine”. Si trattava di una serie di foto influenzate e stimolate, nella realizzazione, dai componimenti di Federica Gregoratto, una giovane scrittrice ed amica.
Cosa significa per te la fotografia? Il significato della fotografia per me è qualcosa di molto semplice. Mi piace farlo, è la cosa che mi riesce meglio e, di conseguenza, è la mia occupazione principale, tanto a livello di produzione personale quanto a livello lavorativo. Direi che grossomodo è tutto qui, niente di troppo retorico. Quando scatto cose mie e non su commissione, mi diverto a sperimentare ed è piuttosto palese che il mio stile risulta influenzato dai miei altri interessi: la danza in primis e forse, in modo più latente, gli studi di storia medievale.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Ho in cantiere una mostra, risultato di un progetto portato avanti per più di un anno: il lavoro è nato con una proposta di collaborazione col professor Franco Venanti, noto artista perugino, e dovrebbe culminare in una collettiva con le sue opere e le mie foto. Poi, ovviamente, ho dei progetti personali da sviluppare e delle proposte per esposizioni e collaborazioni che sto valutando proprio in questi giorni.

La mostra fotografica “Iperuranio” potrà essere visitabile presso l’Officina 34 Retròscena di Foligno (via Borghetto) nei giorni e negli orari di apertura di una qualsiasi attività commerciale per tutto il mese di luglio.

(Elisa Panetto)

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