“Io razzista?”. Dragan Travica non ci sta davanti alle critiche che gli sono state rivolte dopo il diverbio verbale con Leal, che ha portato lo schiacciatore di Modena a cercare di colpirlo con un calcio al termine di Gara1 Sir – Leo Shoes. Una rissa sfiorata che ha portato alla squalifica di 4 turni comminata a Leal.
Le accuse di razzismo nei confronti di Travica sono partite da alcuni post sul profilo social di Ngapeth, compagno di squadra di Leal. E rilanciati da alcuni siti brasiliani. Ma non confermate dai protagonisti in campo.
“Bisogna essere molto lucidi in questo momento e su un tema molto delicato come il razzismo. Tutta questa storia non corrisponde a verità!” la replica del regista di Perugia.
Travica racconta cosa è successo con Leal, durante la partita e nei concitati momenti finali: “Tra me e Leal durante la partita ci sono state le solite scaramucce da campo. Ci siamo beccati, ci siamo dati del coglione, non è uscito niente di più e di diverso né dalla mia bocca né dalla sua. A fine partita è venuto verso di me, pensavo volesse chiarire e invece c’è stato l’episodio del calcio che hanno visto tutti”.
Travica smentisce gli insulti razzisti. “In seguito è venuta fuori questa storia inventata dell’insulto razzista. Da quel momento mi stanno scrivendo ogni minuto che sono razzista, che devo andare in galera e che devo morire… Una roba assurda! Io – replica il regista di Perugia – non sono assolutamente razzista e non devo neanche giustificarmi di una cosa che non ho mai fatto. Non ho mai detto a Leal assolutamente niente che possa riferirsi al razzismo, non appartiene proprio al mio mondo e lo voglio sottolineare perché si sta insinuando da due giorni questa cosa per rigirare la frittata, per screditare il mio nome, per giustificare il calcio o non so perché altro. È una cosa bruttissima, non si può utilizzare al giorno d’oggi il termine razzismo, un tema così delicato, in maniera fasulla”.
Insomma, ci si avvicina a Gara2 (domenica ore 18) in un clima infuocato.