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“Io, nei guai per un errore della banca”, sit-in di fronte alla filiale

Prima una denuncia-querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia attraverso l’avvocato Francesca Capezzali. Poi, Patrizia Moretti, cliente da vent’anni della Banca Monte dei Paschi di Siena e socia dell’azienda Tecnocalor, ha effettuato una protesta davanti alla filiale di Ponte San Giovanni della banca, distribuendo volantini in cui racconta la sua storia e indossando pannelli sandwich.

Una storia ripercorsa anche nella denuncia-querela redatta insieme all’avvocato Capezzali, che ha avuto inizio nel marzo del 2015, quando la signora Moretti è stata contattata dalla banca che le ha proposto la rinegoziazione di un prestito Consumit con un prestito Compass, prospettando alla cliente una riduzione di oltre 4 punti percentuali di interesse.

La signora Moretti ha ovviamente accettato, inviando via mail alla banca la documentazione richiesta, ovvero il Cud del marito unitamente ad una busta paga di questi. La banca, secondo quanto racconta la signora Moretti, dichiarava di non aver bisogno dell’Unico della donna, in quanto già nelle proprie disponibilità.

Il 20 aprile 2015 Mps informava la signora Moretti dell’accettazione da parte di Compass, invitandola a recarsi in filiale per la sottoscrizione del finanziamento n. 14791128 a titolo di prestito personale per l’importo di euro. 43.463,79, regolarmente accettato da Compass, di cui le veniva fornita una regolare copia vidimata.

A fronte dell’accettazione, la signora Moretti aveva chiesto l’estinzione anticipata di un altro finanziamento in essere con la Findomestic, che prevedeva il saldo, entro 10 giorni, dell’importo residuo. Ma il prestito non arrivava e l’assistita non riusciva a pagare l’estinzione dell’altro finanziamento  tanto che, di conseguenza, veniva iscritta al Crif recando seri disagi finanziari .

La banca Mps ricontattava la signora Moretti per avere il suo CUD, ritenendola erroneamente una lavoratrice dipendente.  “Da qui iniziava uno scambio di mail e, soltanto alla fine del mese di maggio del 2018 – è la ricostruzione della parte offesa – le comunicano che la pratica era stata respinta e a fronte del grossolano errore dell’istituto di credito la signora Moretti  subisce un danno patrimoniale“.

A questo punto s’intensificano i contatti della banca che avrebbe cercato di porre rimedio alla problematica insorta. Le viene proposto un finanziamento diretto della banca, per un importo più alto, di euro 50.000 a 20 anni, con iscrizione dell’ ipoteca di secondo grado sulla casa di proprietà. La perizia viene così elaborata da parte del perito incaricato dalla Mps.  Qui emergeva l’incapienza del valore dell’immobile come garanzia, per cui anche tale strada viene dichiarata impraticabile dalla Mps.

In tale circostanza, inoltre – fa sapere la signora Moretti – la parcella del perito viene liquidata, autonomamente, dalla Mps mediante addebito diretto sul conto della signora sua cliente “senza il consenso né l’autorizzazione (quindi la firma) da parte della cliente“.

In ordine a tale episodio veniva sporta denuncia, tramite l’avvocato Francesca Capezzali, per la configurazione del reato indicato nell’articolo 646 del c.p.

Sul piano civilistico è stata attivata una procedura di mediazione per ottenere il ristorno dei danni subiti. “Ma la banca – prosegue il racconto della signora Moretti – ha ritenuto opportuno di non comparire, non aderendo alla mediazione“, né di riceverla per un confronto,come richiesto, “con la direzione e/o con l’addetto alla comunicazione e ufficio stampa dell’istituto bancario“.

Così, per dare voce alla sua  condizione, la signora Moretti, questa mattina alle ore 11,  ha trovato la forza di rendere pubblica la sua vicenda portandosi all’ingresso della banca per distribuire il volantino dove è descritto il suo caso.