La riflessione di Massimo Paneni su chi ritiene che il problema sia la caccia
Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione del dott. Massimo Paneni, appassionato cacciatore:
Da diversi anni uno dei temi più trattati dai mezzi d’ informazione è sicuramente quello
ambientale. Ora, stando così le cose, uno pensa che dalle chiacchiere si sia anche passati ai fatti.
Quindi ti immagini che, partendo dall’abc, siano state fatte campagne di sensibilizzazione per
educare gli italiani a non gettare cicche, cartacce, bottiglie vuote…dove capita, che nel frattempo
nelle strade e nelle piazze siano stati piazzati raccoglitori per differenziare questi rifiuti “turistici”,
che si sia legiferato per punire severamente i trasgressori e, naturalmente, si sia formato ed
assunto il personale addetto ai relativi controlli.
Pensi che si sia dato seguito alle migliaia di miliardi di lire spesi negli anni ’90 per trovare i siti più
produttivi ove piazzare le centrali idroelettriche, eoliche, fotovoltaiche, di estrazione di gas
naturale … costruendo queste centrali.
Che si sia proceduto ad incentivare la ricerca per motori, refrigeratori o impianti di riscaldamento
a basso consumo, laterizi ad alto coefficiente di isolamento termoacustico e, soprattutto, a
fertilizzanti e prodotti per l’agricoltura in genere a bassa tossicità e basso impianto ambientale con
conseguente messa al bando, con effetto immediato, di tutti gli altri. Il tutto associato ad incentivi
al loro utilizzo e salatissime sanzioni a chi continua ad utilizzare prodotti tossici ed inquinanti.
Dai addirittura per scontato che siano state poste in essere tutte quelle misure per vigilare
sull’armonioso equilibrio delle varie specie animali e vegetali si da garantire la salvaguardia della
biodiversità altrimenti messa a rischio dall’inevitabile preponderanza delle specie più forti ( in
particolare i predatori nel mondo animale e le piante infestanti in quello vegetale).
Poi ti scontri con la dura realtà e ti rendi conto che, di tutto questo, nulla è stato fatto.
Però tra poco ci saranno le elezioni, pensi: vuoi che i vari partiti, oltre all’inevitabile presa di
posizione sulla guerra in Ucraina e sulla precarissima situazione in cui versa la nostra economia
strangolata dal pauroso incremento del costo di energia elettrica, gas e carburante (del quale non
sono per niente estranee le prese di posizione del così detto mondo ambientalista), non abbiano
programmi per risolvere anche le gravi problematiche ambientali?
Dando un’occhiata ai vari programmi effettivamente non ti è chiaro se c’è superficialità (o
ignoranza) nel voler affrontare il problema, ovvero se c’è il serio proposito di non volerlo
affrontare per niente.
Però non si può, e non si deve, fare di tutt’erba un fascio. Qualcuno con le idee chiare su come
risolvere i problemi dell’ambiente c’è: evviva !
Bonelli (Verdi), Conte (Movimento 5 Stelle) e Fratoianni (Sinistra Italiana) hanno, tra i primi punti
dei loro programmi di partito, una rivoluzionaria proposta che risolverà tutti, o quasi, i problemi
dell’ ambiente: chiudere la caccia ed abolire l’articolo 842 del Codice Civile (quello che permette al
cacciatore, naturalmente pagando, di accedere nell’altrui proprietà e grazie al quale tutti i cittadini
possono, per traslazione di concetto, andare liberamente per boschi e campagne).
Ora, va bene che la nostra classe politica è quello che è, ma un minimo di decenza la si dovrebbe
comunque richiedere!
Cominciamo , come sempre, dall’abc. Historia magistra vitae (est) dicevano i Latini.
Si fa risalire ad una Bolla di papa Gregorio Magno (seconda metà del sesto secolo) la possibilità, o
meglio la concessione, di potersi portare liberamente nelle altrui proprietà per raccogliere i frutti
spontanei della natura (legna secca, funghi, asparagi, piccoli uccelli…). Nel “periodo dei Lumi” la
maggioranza di Regni e Ducati fecero propria questa norma che ritroviamo successivamente nello
Statuto Albertino prima e, con l’art. 42 della Costituzione Repubblicana, ai tempi nostri poi.
Sempre per rimanere in tema di storia mi permetto di ricordare che la caccia non rappresenta,
come si vuol far credere, una delle ultime vestigia di un fascismo che voleva allenare gli Italiani all’
uso delle armi per fini bellici, visto che il “diritto alla caccia” è stata una delle prime richieste
(naturalmente subito concessa) dei rivoltosi all’indomani della presa della Bastiglia.
Cambiando argomento vorrei far notare come se vado a parlare con un bambino di sei anni e gli
dico : “amore, guarda che se l’ambiente non è salubre non ci sono funghi, non ci sono asparagi e,
tanto meno, ci sono lepri, fagiani, starne, per cui io (ovviamente in senso figurato) devo rimanere a
casa perché non trovo niente di tutto ciò. Un ambiente salubre ed una buona biodiversità sono
fondamentali perché ci siano funghi, lepri…per cui io sono il primo difensore dell’ambiente”. Voi
non ci crederete, ma il bambino capisce. Lui capisce, sono gli altri che non riescono a
comprendere.
I cacciatori investono milioni di euro l’anno per acquistare selvaggina da liberare nel territorio ai
fini di ripopolamento. Altri milioni vengono spesi per l’acquisto di granaglie che vengono portate
(sempre dai cacciatori) sui luoghi dove tali animali vengono liberati. Sono sempre i cacciatori che
provvedono (direttamente o indirettamente) a creare colture “a perdere” (ovvero che non
vengono raccolte per uso umano, ma lasciate in loco) per il nutrimento e la protezione sia di questi
animali che di quelli che vi stazionano durante il volo migrazionale). E guardate che queste cose si
fanno anche in territorio precluso alla caccia… Sono sempre i cacciatori che dedicano ore ed ore
del loro tempo libero al tentativo di proteggere tali animali dai predatori che hanno raggiunto
(grazie all’attività, alle norme, alle pastoie burocratiche volute dagli animal-ambientalisti)
numeri talmente esorbitanti da divenire il più serio pericolo per il mantenimento dell’equilibrio
biologico prede-predatori e, quindi, del mantenimento della biodiversità. E questi signori vogliono
chiudere la caccia….
Ma in che mani siamo!
FIRMATO Massimo Paneni