Esce dal carcere e sarà ristretto ai domiciliari con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico il 19enne macedone Fazli Ametovski, in carcere da domenica 11 ottobre per l’omicidio colposo e l’omissione di soccorso di Annarita Guerrini. Ametovski è stato sentito in carcere dal Gip, Daniela Caramico D’auria, che dopo aver sentito le risposte del macedone, si è ritirata in Camera di Consiglio per la decisione finale che è arrivata nel tardo pomeriggio, consegnando ai domiciliari l’Ametowski.
L’indagato che ha nominato come difensori gli avvocati Donatella Panzarola e Cristian Giorni avrebbe spiegato questa mattina la sua versione dei fatti dicendo che non aveva fatto uso di droga quel giorno, prima di mettersi alla guida per andare a fare la spesa con la famiglia del fratello, ma che le sue analisi sarebbero risultate positive alla cocaina per averne fatto uso la sera precedente.
I funerali della vittima. Si terranno giovedì alle 15 nella chiesa di Santa Maria in Campis a Foligno i funerali di Annarita Guerrini, la sessantenne di Foligno travolta e uccisa da un’auto, dopo che nella giornata di oggi è stata svolta l’autopsia dal medico legale che ha ricevuto il mandato dalla procura.
Il racconto dell’investitore. Non solo, ma rispetto alla ricostruzione del pm e degli agenti del commissariato di Foligno avrebbe dichiarato di avere avuto una condotta di guida nella norma e non negligente e imprudente come fissato sulla richiesta di emissione della misura cautelare dalla procura di Spoleto. Avrebbe anche cercato di spiegare come le due donne gli siano spuntate all’improvviso in un campo visivo ridotto dalla pioggia e dalle condizioni di scarsa luce. “Stavo cercando il tergicristalli e cercavo di capire come funziona su quell’auto che non è la mia, mi sono abbassato, poi ho sentito un tonfo, un forte botta e quando ho alzato gli occhi il vetro era rotto“. Il resto coincide in gran parte con quanto dichiarato anche alla polizia “A quel punto ho fatto un pezzo di strada in retromarcia ma poi mi sono fatto prendere dal panico e sono scappato”. E rispetto all’accusa di omissione di soccorso, che ha respinto con forza, ha detto di aver visto solo una volta sceso dall’auto che il corpo della vittima era incastrato sotto l’auto.
I fatti. Quando i testimoni in via Santocchia sabato 10 ottobre intorno alle 19 hanno visto il peggio accadere davanti ai loro occhi per prima cosa si sono resi conto che ad essere state investite erano due donne, ma che di una di loro non vi era più alcuna traccia. Mentre Clara D’Andrea era sdraiata a terra priva di sensi (con un politrauma tale da far riservare in seguito la prognosi ai medici), il corpo dell’amica Annerita Guerrini non c’era più. Verrà ritrovato più di mezz’ora più tardi, in luogo molto distante da quello dell’impatto. Sul perché sono stati impegnati gli agenti del commissariato di Foligno. Fazli Ametovski ha appena 19 anni (e non 28 come si pensava in un primo momento), è lui che viene individuato e arrestato per omicidio colposo e omissione di cadavere, è lui, secondo quanto ricostruito, ad aver guidato (sotto l’effetto della cocaina) la bmw (tra l’altro intestata ad un altro) che ha travolto, per negligenza – scrive il pm – imprudenza ed imperizia, non adeguando le condizioni di guida alle condizioni di visibilità, alle condizioni della strada resa viscida dalla pioggia e alla presenza di un attraversamento pedonale, senza poi fermarsi dopo averle colpite, ma dandosi a “precipitosa fuga”, passando sul corpo della povera vittima rimasto riverso sull’asfalto a seguito del primo urto e quindi trascinandolo per diversi metri.
E poi le versioni che non collimano e che si rincorrono nella prima fase degli interrogatori, quella dell’indagato, del fratello e della cognata. Su chi fosse o meno in macchina o sul perché una volta accortosi che il corpo della vittima era incastrato sotto l’auto l’abbiano estratto e caricato in macchina ma dirigendosi non verso l’ospedale, bensì nella direzione opposta. E quelle due chiamate al 118 che letteralmente è costretto a rincorrere l’auto che trasporta la donna. Probabilmente già morta, ma questo sarà l’autopsia a stabilirlo nelle prossime ore.
Ma il pm Gennaro Iannarone non esclude nemmeno che l’indagato possa aver messo in atto “un tentativo di depistaggio se non addirittura di occultamento di cadavere”, e per lui il magistrato teme il pericolo di fuga, per questo chiede l’applicazione della misura cautelare in carcere perchè, spiega “è altamente probabile che, venendosi a trovare in sostanziale clandestinità, possa rendersi irreperibile”, questo perchè il permesso di soggiorno in scadenza non gli è stato rinnovato e recentemente è già stato fermato per guida senza patente e il documento che ha mostrato agli agenti è un permesso di guida del suo paese di origine, la Macedonia, sul quale ancora la questura sta cercando conferme di validità, non solo, ma anche perchè sussiste il pericolo di reiterazione del reato. Ma il Gip che pure ha convalidato l’arresto ha ravvisato di emettere una diversa misura cautelare.