Città di Castello

Inverno demografico record a Castello, “Nel 2019 sparita intera frazione di Userna”

I valori negativi che da 10 anni continuano a registrare i dati demografici di Città di Castello paiono non destare alcuna attenzione e preoccupazione presso gli attuali amministratori. Su di essi invece urge, a nostro parere una seria riflessione politica“.

A lanciare l’allarme è il capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini, che mette in evidenza come nel 2019 la popolazione complessiva sia scesa a 39.192 abitanti, mettendo a segno la peggiore variazione assoluta da decenni, -247 con una percentuale del -0,63%, che supera di molto il dato italiano -0,19.

Da 40.567 a 39.192 abitanti in 10 anni

È come se in un solo anno fosse sparita un’intera frazione come Userna o l’intero Corso Vittorio Emanuele. Un’accelerazione preoccupante rispetto ad un calo costante che dura dal 2010, quando all’anagrafe avevamo registrato 40.567 abitanti

In aumento sono invece i nuclei familiari sempre più mononucleari: “Nel 2003 erano 15.003, nel 2019 16.884. Calano quindi i componenti per famiglia, nel 2003 erano 2,59 e nel 2019 2,31: un dato in costante calo e anche questo quello storicamente più basso in assoluto“.

Poche nascite

Tutti questi sono dati fortemente influenzati da un saldo naturale (differenza fra nascite e decessi) sempre più negativo. “Il migliore dato in assoluto delle nascite era stato registrato nel 2010 con +359 bambini mentre nel 2019 registriamo il dato storicamente più basso +251. Rispetto all’anno scorso sono nati 39 bambini in meno, sono quindi sparite l’equivalente di due classi scolastiche. Viceversa nel 2019 registriamo il dato storicamente più alto di decessi +475 (anche se tendenzialmente stabile). Da qui il peggioramento del dato sul saldo naturale che se nel 2002 era -75, nel 2019 raggiunge -224 (dato storicamente più alto in negativo)”.

Flusso migratorio

Il flusso migratorio della popolazione riesce solo in parte a “sopperire” a questa emorragia: Il dato totale che nel 2002 era di +522 immigrati, nel 2019 si ferma a +44 (in calo con dati negativi negli ultimi 4 anni) e persino il saldo migratorio con l’estero, +137, è tendenzialmente in calo. La popolazione straniera comunque continua ad incidere in modo importante nel nostro tessuto sociale: nel 2019 gli stranieri sono 4.053 e rappresentano il 10,3% della popolazione (un dato in assoluto tendenzialmente stabile mentre in percentuale in aumento costante) contro una media italiana del 8,8%”.

Tifernati più vecchi rispetto a media nazionale

Una popolazione quindi che per età si presenta sempre più vecchia con una media di 46,2 anni, quando nel resto d’Italia è di 44,9, il che non equivale ad un “locale” aumento dell’aspettativa di vita ma ad un maggior numero di popolazione anziana rispetto a quella giovane. “Non a caso la fascia fra 0-4 anni, il 3,9%, è minore della popolazione fra 80-84 anni (4,2%); fra 50-54 anni, il 7,9%, rappresenta la fascia maggiore mentre gli over 65 sono in costante aumento. Il risultato è che mentre in passato la progressività delle età era rappresentata come una ‘piramide’, all’apice della quale trovavamo le persone più anziane ora la rappresentazione assomiglia ad un fungo il cui ‘gambo’, sempre più esile, corrisponde alle giovani generazioni che dovranno con il loro lavoro supportare il peso del ‘cappello’ cioè di una popolazione sempre più anziana”.

Città di Castello quindi, come il resto d’Italia, – conclude Morini è in pieno ‘inverno demografico’ anche se il fenomeno ci riguarda in modo ancor più grave rispetto al resto del paese. Ma quello che desta davvero allarme è che non si vede ancora l’ombra di una conseguente azione politica da parte dei nostri amministratori locali e nazionali”.