La giovane avrebbe ricevuto una chiamata minatoria da una conoscente, che la stava davvero aspettando davanti casa con altri ragazzi | Gli agenti hanno sentito le versioni di entrambe le parti e poi inserito l'episodio nella banca dati 'Scudo'
Brutta avventura, ieri sera (22 febbraio) a Città di Castello, per una 19enne che, intimorita da un gruppo di coetanei, ha dovuto chiamare il 113 per paura di fare ritorno a casa da sola.
La giovane, visibilmente spaventata e scossa, ha spiegato agli agenti giunti sul posto, in via Rigucci (quartiere La Tina) di aver ricevuto una chiamata al telefono da una sua conoscente, che la stava aspettando proprio fuori dalla sua abitazione insieme ad altri ragazzi. La coetanea avrebbe inoltre intimato alla 19enne, con delle minacce, di raggiungerla subito.
Gli agenti di Polizia si sono dunque portati insieme alla ragazza presso la sua residenza, dove c’erano davvero alcuni giovani ad attenderla. A quel punto le forze dell’ordine hanno sentito i presenti – tutti coetanei della 19enne – i quali, però, hanno fornito una versione diversa.
Il gruppo ha infatti spiegato agli agenti che la 19enne, dopo la fine della relazione sentimentale con uno di loro, si sarebbe resa spesso protagonista di scenate di gelosia e minacce. Ecco perché avrebbero deciso di contattarla per poi tentare di parlarle proprio sotto casa sua.
Gli agenti, dopo aver invitato la 19enne a richiamare in caso di necessità, hanno inserito l’episodio nell’applicativo ‘Scudo’, una sorta di banca dati in uso alle Forze di Polizia che consente di evidenziare i precedenti interventi nei confronti di vittime di lite, o violenza, anche nei casi in cui non sia stata sporta denuncia o querela. Qualora si ripeta un episodio simile ai danni della stessa vittima (la 19enne tifernate), a quel punto il caso potrebbe assumere anche rilievo penale.