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Interporto di Orte: il consigliere De Sio chiede i motivi del disimpegno da parte dell'Esecutivo regionale

“Per anni la Regione ha perseguito la creazione di sinergie con i territori limitrofi, anche con la realizzazione e il completamento di infrastrutture da mettere successivamente a sistema. In questo ambito si è sviluppato nel passato un bacino naturale di interessi logistici che hanno messo insieme le aree di Orte fino al Porto di Civitavecchia e in questo contesto la Regione Umbria aveva intrapreso la strada della partecipazione societaria nell’Interporto di Orte. Chiedo quindi di sapere i motivi che hanno portato alla decisione del disimpegno da parte dell'Esecutivo regionale.” L'atto ispettivo porta la firma del consigliere regionale Alfredo De Sio (PdL), preoccupato perché “abbiamo sentito rimbalzare da qualche parte che la Regione sta guardando altrove, ad esempio all'interporto di Jesi. Una scelta – spiega – che cozzerebbe contro gli interessi dell'area ternana, soprattutto dell’AST, per la quale realtà l'Interporto di Orte rappresenterebbe uno sviluppo strategico.” Nella sua risposta, l'assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi ha ricordato come “l’Interporto di Orte, al pari di quello di Jesi e del centro intermodale di Foligno furono previsti dal piano trasporti dell’88. Da questa data, quello di Jesi è andato avanti con maggiore velocità rispetto ad Orte, dove si sono registrati invece problemi nella progettazione di interventi. La Regione Umbria è presente comunque in entrambe le strutture societarie. Nel 2001 abbiamo sottoscritto un accordo per le piattaforme logistiche dell’Umbria che prevedono la realizzazione di una struttura intermodale nella città di Terni. Puntiamo su questa struttura perché pensiamo che le merci di Terni vadano lavorate in maniera efficiente ed efficace in loco. Proprio nel corso della mattinata di oggi, in Giunta, abbiamo deciso un ulteriore finanziamento per il completamento dell’intervento intermodale a Terni. Per quanto riguarda l’Interporto di Orte, andrà comunque avanti con gli investimenti dei soggetti privati e delle Amministrazioni diverse da quelle del Lazio che vorranno continuare a investirci. La nostra scelta strategica è Terni – Civitavecchia e quindi Terni, grandi direttrici con un modello gestionale che ragioni non sulle etichette, ma sulla capacità operativa di rispondere ai problemi logistici esistenti nel territorio.” Nella replica, De Sio si è dichiarato “perplesso da questa situazione. Non reputo giusta la definizione di 'scelta superata' per quella relativa all'Interporto di Orte perché – ha detto – avrebbe messo in contatto circa due milioni di persone facenti riferimento all’area di Viterbo, di Roma, di Rieti, di Perugia, cioè tutto ciò che era importante verso quella direttrice. Se ritardi ci sono stati verrebbe da chiedersi perché in questi anni si è rimasti silenti. Inoltre, l’Interporto di Orte è strategico per l’AST e per i suoi traffici di materiale, sia in entrata che in uscita, essendo posizionato esattamente all’incrocio della viabilità, sia stradale che ferroviaria. In questo momento l’Inoxum – Outukumpu si avvale della rete di interporti nazionali per una consistente parte delle sue spedizioni verso l’Europa. Attualmente, l’interporto più vicino è quello di Pomezia ed il tragitto tra Terni e Pomezia, a mezzo camion, costa mediamente il triplo di quello che costerebbe il tragitto da Terni ad Orte. L’annuncio di altre scelte seppur suggestive – ha concluso – appaiono al momento come un obiettivo troppo lontano.”