“Sarà compito della Magistratura accertare i presunti reati commessi, ma non riteniamo accettabile che professionisti ai vertici dell’Azienda, da noi ben conosciuti in tanti anni di collaborazione, siano presentati e vilipesi come persone ‘senza cuore’, attraverso la pubblicazione sugli organi di stampa, e la diffusione sui mezzi della rete, di battute infelici carpite dalle intercettazioni ed affermazioni avulse dal contesto in cui sono state fatte, attinenti a episodi della vita privata“. Così scrivono una quarantina di medici che “hanno svolto o svolgono tutt’ora la propria attività nell’Azienda ospedaliera di Perugia“.
In una lettera aperta indirizzata agli organi di informazione questi medici fanno proprio l’appello di alcuni giornalisti affinché dalle carte sulla Sanitopoli perugina non vengano pubblicati stralci di intercettazioni “che nulla hanno a che fare con i presunti reati connessi, ma costituiscono un’indebita ingerenza nella vita privata degli indagati e li presentano – utilizzando battute infelici e fuori contesto – come persone senza cuore“.
Considerazioni, scrivono i medici firmatari della nota, che “trovano la nostra piena e totale condivisione in qualità di medici“. A firmare il documento dei medici sono Andrea Bartoli, Egisto Molini, Anna Maria Sigillo, Luciano Binaglia, Michele Giansanti, Marina Onorato, Gabriela Stangoni, Carlo Cagini, Sauro Giommetti, Jenny Pagliari, Adelmo Terenzi, Alessandra Carotti, Francesco Grignani, Lucio Patoia, Enrico Tiacci, Elisabetta Costantini, Mario Gullà, Antonio Pierini, Maria Cristina Cristi, Roberta La Starza, Lorenza Pistola, Annibale Donnini, Giuseppe Lomurno, Efisio Puxeddu, Michele Duranti, Massimo Fabrizio Martelli, Giampiero Ricci, Brunangelo Falini, Maria Paola Martelli, Fausto Roila, Franca Falzetti, Cristina Mecucci, Luigina Romani, Mario Faralli, Carmela Miglietti, Marco Rossetti, Sonia Fatigoni, Vincenzo Minotti, Loredana Ruggeri, Luigi Zallucci, Carmen Molica, Alessandra Servoli.
Un appello, quello dei medici, che sta facendo molto discutere l’opinione pubblica perugina e umbra, divisa tra chi ritiene che le intercettazioni che possano aiutare a comprendere cosa avvenuto in questi anni all’ospedale debbano essere tutte pubblicate e coloro che invece assumono una posizione più garantista.