Carlo Ceraso
Era stato autorizzato a svolgere l’attività professionali in regime intramoenia, utilizzando così strutture e macchinari dell’ospedale, ma, non contento, intascava l’intera parcella senza che il paziente sborsasse il ticket alla competente Asl. E’ quanto hanno scoperto i finanzieri della compagnia di Perugia, coordinati dal capitano Stefano Perillo, che hanno denunciato per peculato e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale un medico ginecologo che operava in uno degli ospedali della Asl1. Le fiamme gialle mantengono il più stretto riserbo circa l’identità del professionista e la struttura sanitaria in cui ha operato, ma è certo che i fatti si sono svolti in un ospedale ‘minore’ della provincia.
Ad aiutare gli inquirenti sono stati anche gli uffici della Asl che avevano riscontrato delle ‘anomalie’ nel servizio prestato dall’uomo che, sulla base del particolare regime di lavoro, avrebbe dovuto effettuare le visite solo ai pazienti che, effettuata la prenotazione tramite Cup, avessero già effettuato il pagamento del ticket. Lo specialista invece in alcuni casi avrebbe ricevuto i pazienti presso l’ambulatorio Asl senza la preventiva prenotazione intascando così direttamente la somma relativa alla visita. E di ‘casi’, ovvero visite, ce ne sarebbero state tante se gli uomini di Perillo hanno quantificato il danno in circa 37mila euro. La prova regina è arrivata grazie a delle microtelecamere che erano state installate nello studio medico e che hanno confermato i sospetti degli investigatori. IL medico è stato quindi denunciato alla procura della repubblica e segnalato alla Corte dei conti per il recupero delle somme scaturite dal danno subito dall’erario.
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