Alla fine di settembre i giudici della Cassazione si erano pronunciati molto chiaramente sull’utilizzo improprio dei social network, in particolare Facebook, definito come “luogo aperto e accessibile al pubblico”.
Rimangono però ancora molti ad utilizzare la piazza virtuale come zona franca, credendo di poter scrivere qualsiasi cosa in qualsiasi forma, senza poi poter essere perseguiti. Sbagliato. In base all’articolo 660 del codice civile, le frasi irrispettose e lesive vengono considerate “molestie”, e dunque perseguibili.
Vedremo se questa nuova legislazione in fatto di social verrà applicata anche alla denuncia fatta dal Comune di Narni, nei confronti di alcuni utenti che si sarebbero espressi in modo improprio contro l’amministrazione narnese.
In particolare è il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, raggiunto telefonicamente da TO, ad aver avviato una procedura di denuncia nei confronti di alcune persone che su Facebook avrebbero diffamato l’operato della polizia municipale: “Hanno fotografato una pattuglia di vigili, seminascosti dietro una siepe con una macchinetta fotografica. Qualcuno – afferma il sindaco – ha poi postato questa foto su Facebook e tra i commenti si è scatenato l’inferno perché alcuni sostenevano che i vigili si erano nascosti per usare l’autovelox. Gli uomini del corpo erano invece in servizio per smascherare qualche furbetto che lasciava rifiuti impropri su una discarica abusiva”.
“Anche io utilizzo i social per raccogliere lamentele, critiche e istanze dei cittadini, ma vanno usati con educazione e rispetto. Quando questi elementi vengono meno – conclude il sindaco – e soprattutto nei confronti dei miei dipendenti, ho il dovere di difenderli nelle sedi opportune”.
Ma non è tutto. Dall’assessore Giombolini, sempre della giunta di Narni, è partita un’altra denuncia, questa volta per dei commenti apparsi sotto un posto che riguardava il festival “Narnia Fumetto”. Precisiamo subito che gli ex organizzatori e gli amanti del festival non sono in alcun modo coinvolti nella vicenda, ma sarebbero delle persone intervenute dall’esterno ad essere chiamate in causa dall’assessore.
Vedremo ora se verranno rispettati gli orientamenti della Cassazione sull’utilizzo corretto dei social.
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