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INSULTI A PAGLIA, INTERVIENE L'ARCIRAGAZZI, PROMOTRICE DEL 'CONCERTO SCANDALO': “SEMBRA UNA FARSA DI PROVINCIA”

Lu. Bi.
Dopo lo sconcertante episodio di sabato scorso degli insulti al Vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, durante la “Festa dei giovani” promossa dall'Arciragazzi, si è sollevato un vespaio di polemiche che ha gettato benzina sul fuoco su una situazione politica già incandescente. Da una parte il sindaco, Leopoldo Di Girolamo, dimissionario e sempre stretto nella morsa dei 'dissidenti' dell'ex Margherita si è trovato a dover rendere conto di un episodio che non era stato certo messo in conto dagli organizzatori dell'evento, dall'altra, lo stesso Di Girolamo, ha dovuto far fronte agli attacchi incrociati dell'opposizione e da alcuni esponenti della stessa maggioranza che hanno colto l'occasione per ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che la situazione della giunta è tutt'altro che risolta. Dopo le reazioni di sdegno e le prese di distanza delle istituzioni è intervenuta anche l'associazione responsabile dell'evento, l'Arciragazzi che ha diffuso una nota nella quale leggiamo:
“Rimaniamo esterrefatti dal polverone politico mediatico seguito ad una battuta pronunciata durante un concerto di musica popolare dell' Osteria Popolare Berica in cui avrebbe detto: “Sappiamo che qui a Terni avete un grande problema: si chiama monsignor Paglia. Ma noi abbiamo una soluzione per risolvere la questione con i monsignori:prendete un cinghiale, affamatelo per bene e poi scagliateglielo contro”.
Una battuta è una battuta dobbiamo affermare, riprendendo il senso e la proporzione delle cose, evitando strumentalizzazioni di eventi che in sé non esistono. Quale sarebbe la grave affermazione che ha scatenato un putiferio che ha visto PD contro PD, l'opposizione all'attacco, ex ministri e parlamentari salire sui pulpiti ed associazioni più o meno laiche far invidia a gruppetti parrocchiali? Qual è il punto? Non si può nemmeno più scherzare sul vescovo Paglia, santificato anzitempo? E Pasquino, Trilussa, riviste come l'Asino? Oppure il Vernacoliere, famosa rivista satirica livornese è diventato per caso un bollettino di terrorismo internazionale per la sua ironia anticlericale? Qualcuno crede veramente che l'immagine, tratta da una pubblicità per digestivi o dalla goliardia delle osterie, abbia messo in pericolo l'incolumità di qualcuno? Per lancio di suino selvatico? Ci sembra un cinghiale, un fuoco di paglia…
Consigliamo a tutti il senso della misura: se questa giunta deve cadere lo faccia su motivi seri e non su una buffonata come questa, l'opposizione porti contenuti e non soffi sul fuoco di questa farsa di provincia. La multinazionale Thyssenkrupp che controlla la principale fabbrica della nostra città ha annunciato 35.000 esuberi. Sarebbe il caso di lasciare la satira alla libertà di espressione e prendere posizione su qualcosa di enormemente più serio e tragico per la nostra città”.

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