Parte da Foligno la ‘crociata legale’ delle maestre per il ‘diritto al secondo’. Detta così potrebbe sembrare cosa di poco conto, e invece no: l’argomento è molto sentito, ed ha la sua dignità ed importanza sotto l’aspetto giuridico, amministrativo, lavorativo ed anche dal pusto vista salutistico nutrizionale.
La scintilla è partita dalla scuola di Santa Caterina a Foligno dove il corpo insegnanti rivendica a gran voce il riconoscimento del diritto ad usufruire di un pasto completo, secondo le disposizioni del contratto nazionale della scuola infatti, alle insegnanti dovrebbe essere servito un menù comprendente un primo, una pietanza, un contorno cone pane e frutta. Ma la ‘carta delle vivande’ nel caso folignate è ridotta davvero all’osso – tanto per restare in tema – comprendendo solamente un primo per poi passare subito alla frutta. Un pasto molto modesto e veloce quando si trovano impegnate nel servizo di sorveglianza degli alunni durante la mensa.
E così, una trentina di insegnanti ed una collaboratrice della scuola Santa Caterina si sono rivolto all’avvocato folignate Umberto Tarara che ha preso a cuore il caso ritenendolo meritevole d’attenzione, presentando ricorso alla sezione lavoro del Tribunale di Spoleto e chiamando in causa il Ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale ed il Comune di Foligno.
“Innanzittutto vengono disattesi gli accordi previsti a livello nazionale e riconosciuti dal Miur – spiega Tarara – e questo avviene da anni ed anni. Tra l’altro nessuna delle mie missive ha ottenuto riscontro, ne da parte degli organi ministeriali ne da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale, solo il Comune di Foligno ha cercato di attivarsi essendo l’ente che gestisce il servizio mensa. Ma il fatto ancor più grave ed assurdo – spiega l’avvocato – è che il personale non può portarsi da casa nessuna pietanza. E’ una cosa vietatissima che penalizza soprattutto chi ha particolari intolleranze alimentari. E questo – sottolinea – anche se il cibo è a carico del singolo”. Oltre al danno anche la beffa quindi.