Lo studio è promosso da Università di Perugia e Fondazione Veronesi, coinvolgerà i bimbi dai 6 agli 8 anni a partire da fine aprile
E’ finanziato dalla Fondazione Umberto Veronesi e verrà condotto dall’Università degli Studi di Perugia il progetto riguardante il monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico nei bambini, presentato stamattina (20 aprile) a Gubbio.
La ricerca ha l’obiettivo di valutare se vi sia una relazione tra la concentrazione di inquinanti atmosferici (polveri fini e ultra-fini, ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici etc) e alcuni danni al Dna nelle cellule dei bambini di 6-8 anni di età. A presentare lo studio a Palazzo Pretorio c’erano il coordinatore e responsabile del programma, il professor Massimo Moretti, docente del dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Perugia, insieme al sindaco di Gubbio Filippo Stirati e all’assessore alle Politiche Scolastiche e Welfare Simona Minelli.
A questo studio, rivolto alle scuole, hanno aderito il Primo e Terzo Circolo di Gubbio e il Primo e Secondo circolo di Città di Castello, presenti in conferenza stampa rispettivamente con la dirigente Luigina Dongiovanni (Terzo) e con il dirigente dei circoli tifernati Simone Casucci. “Abbiamo fatto da tramite alle famiglie – ha spiegato Dongiovanni – affinché potessero scegliere se prendere parte o meno a questo studio: insieme alla dirigente Francesca Pinna abbiamo convocato mamme e papà, e il professor Moretti ha spiegato ai genitori tutti i dettagli del programma. L’adesione è stata ampia, e a fine aprile partiremo”.
“È nota da tempo – ha spiegato il professor Moretti – la relazione tra esposizione a inquinanti atmosferici ed effetti sulla salute. L’inquinamento urbano, causato da traffico, industrie, sistemi di riscaldamento e produzione di energia, è caratterizzato da un complesso insieme di vari composti che possono causare infiammazione, stress ossidativo, fenomeni degenerativi e danni al Dna. Di recente l’inquinamento atmosferico è stato classificato tra i cancerogeni umani dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I bambini sono più vulnerabili degli adulti agli effetti degli agenti inquinanti nell’aria, per diverse ragioni: fanno più attività fisica, passano più tempo all’aperto, inalano maggiore quantità di aria per unità di peso e presentano un’immaturità di alcuni organi, tra cui i polmoni”.
“A Gubbio – ha continuato Moretti – sono presenti due cementifici e le polveri immesse in atmosfera come conseguenza dell’attività produttiva sollevano preoccupazioni riguardo un loro possibile impatto sulla salute degli abitanti, specialmente nei bambini in età scolare. Questi ultimi, infatti, rappresentano un gruppo a rischio elevato in termini di effetti sulla salute, considerate la loro fisiologia in via di sviluppo e una più lunga aspettativa di vita. Per chiarire questi aspetti abbiamo progettato una ricerca che è stata finanziata dalla Fondazione Umberto Veronesi e che ha ricevuto il patrocinio del Comune di Gubbio. Auspichiamo che possano partecipare allo studio almeno 200 bambini, 100 residenti a Gubbio e nelle zone circostanti, e 100 residenti a Città di Castello, che fungeranno da popolazione di controllo”.
La ricerca, nel dettaglio delle modalità di esecuzione illustrate dal professor Moretti, prevederà la raccolta di cellule esfoliate della mucosa buccale dei bambini. “Per raccogliere le cellule già morte e non più adese all’epitelio della mucosa buccale, utilizzeremo spazzolini monouso con setole morbide con i quali spazzoleremo delicatamente l’interno delle guance dei bambini, generando loro sostanzialmente un piccolo solletico. Le cellule raccolte verranno analizzate mediante un test che permette di rilevare la presenza di eventuali danni al Dna. I risultati delle analisi fatte sui bambini di Gubbio saranno confrontati con i dati ottenuti nella popolazione di controllo, nonché messi in relazione ai livelli degli inquinanti atmosferici rilevati dall’Arpa”.
Considerata la tipologia della popolazione, il gruppo di ricerca ha ritenuto importante prendere in considerazione non solo il consenso di entrambi i genitori, ma anche il parere dei bambini: oltre al consenso informato di mamme e papà, anche ai piccoli verrà chiesto di confermare il loro assenso alla partecipazione alla ricerca, siglando un modulo strutturato come un fumetto.
“Abbiamo convintamente risposto alla richiesta dell’Università di Perugia – ha detto in chiusura il sindaco Stirati – perché, insieme alla Fondazione Veronesi, crediamo che possa essere un soggetto estremamente qualificato e assolutamente idoneo per fornire dati, numeri e indicazioni scientifiche su un tema delicato e importante per la salute dei nostri cittadini. Quando si parla di salute pubblica l’amministrazione di una città ha il dovere di avere cura di chi la vive, a partire dalla necessità di fornire dati e numeri fondati. Questo progetto ha ricevuto la certificazione dell’OMS e del Ministero della Ricerca. Siamo certi che la cura e l’attenzione con cui verrà condotto sapranno produrre risultati che ci permetteranno di approfondire conoscenze scientifiche su eventuali e potenziali rischi per la salute e poter avere indicazioni importanti su politiche di sanità pubblica in campo ambientale che dovremo perseguire”.