Movimento 5 Stelle di Perugia
Dai quotidiani di questi giorni apprendiamo che l’inquinamento delle falde acquifere nella zona di Bastia Umbra e Assisi ha raggiunto dimensioni estremamente preoccupanti. Se è vero che persino il Comune di Assisi e la Regione Umbria hanno stanziato 100.000 euro per attuare il piano di caratterizzazione ambientale e l'analisi di rischio, che comprende un insieme di attivita' propedeutiche alla realizzazione degli eventuali interventi di bonifica, sottolinea ancor di più la gravità della situazione. I colpevoli ovviamente non sono noti! La cosa sconvolgente non è però l'inquinamento delle falde, ma la popolazione di quelle zone, che sembra tranquillamente abituata o rassegnata pensando di aggirare il problema acquistando l'acqua al supermercato. Oltre questo, ci indigna ancor di più il comportamento della Regione Umbria, che prevede di stanzre oggi 80.000 euro per eseguire, per dirla con le parole del solerte Rometti, una “ricostruzione delle attivita' produttive svolte nell'area”, i cui “risultati consentiranno di perimetrare l'area o le aree su cui effettuare gli eventuali interventi di bonifica, di ripristino ambientale e di tutela sanitaria, cosi' come di apporre eventuali vincoli''. Ecco: l'ente pubblico, uno dei cui compiti principali è quello di programmare e controllare ex-ante le attività economiche del territorio, proprio per evitare simili circostanze, si trova a dover fronteggiare un'emergenza e lo fa cercando di capire quali sono i processi produttivi nell'area in esame, ciò che dovrebbe già conoscere perfettamente. A questo punto ci chiediamo: a cosa servono permessi, licenze, autorizzazioni, burocrazia e quant'altro?