Il processo di digitalizzazione dei processi aziendali richiede energie, tempo e investimenti che, dopo la crisi che ha passato il nostro Paese, non molte aziende sono in grado di sostenere. Pur valutando come opportuni questi interventi le difficoltà che si presentano sono diverse. Ma purtroppo è vero anche che non sempre le aziende hanno l’assistenza completa che dovrebbero avere e si perdono così possibilità ma ancor peggio agevolazioni di cui hanno diritto.
In questo campo l’Europa e le amministrazioni nazionali e locali italiane hanno creato numerosissimi canali di agevolazione per le imprese che sviluppano nuovi progetti, innovano prodotti e sistemi interni ma spesso l’azienda o non è informata o lo è in modo parziale o scorretto.
Purtroppo la maggioranza non viene nemmeno informata e l’innovazione viene portata avanti soltanto con le proprie forze anche finanziarie.
Invece dal 2016 esiste la possibilità di vedersi riconoscere un credito di imposta sull’investimento finalizzato alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione di prodotti, servizi e processi. Il credito è oltretutto certo e legato soltanto ad un revisore contabile, scelto dall’azienda, che certifica la spesa.
Approfittare di questa possibilità che nel 2020 termina è senza dubbio importante per facilitare l’entrata nell’era tecnologica.
La nostra società già da tempo opera in questo campo per migliorare processi, prodotti, portare tecnologie e innovazione nelle aziende con il supporto della finanza agevolata che persegue lo stesso obiettivo.
L’innovazione tecnologica porta l’azienda ad avere maggiore competitività sul mercato e a portare il proprio fatturato in una curva di crescita.
Ma veniamo alla norma emanata nel 2013 e attiva dal 2015.
Le spese ammesse, ovvero considerate parte dell’investimento sono:
Come si vede l’ambito di applicazione è molto esteso e su queste spese la misura del credito di imposta è del 50% della spesa ammessa.
Il bonus è riconosciuto a ciascun beneficiario, per ogni anno, fino all’importo massimo di 5 milioni di euro (alzati oggi a 20 milioni), a patto però che:
Secondo quanto disposto dal Decreto Destinazione Italia, le attività di ricerca e sviluppo che rientrano nel bonus, e per le quali spetta il credito di imposta sono:
Non rientrano nelle spese di attività di ricerca e sviluppo, e per cui non ammesse al beneficio: modifiche ordinarie o periodiche effettuate su prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti anche se rappresentano dei miglioramenti.
Per finire la Legge fino a 5.000 euro prevede un credito di imposta del 100% sul valore della certificazione che opererà il revisore contabile.
Quindi oggi lavorare sull’innovazione dei processi è possibile e ci sono organizzazioni pronte per accompagnare l’azienda nell’era della digitalizzazione usufruendo di tutte le agevolazioni di legge.
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