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In carcere per 21 anni ma è innocente, Stato risarcisce milioni | L’intervista a Gulotta

Giuseppe Gulotta, noi lo abbiamo conosciuto. Prima che la sua storia finisse nelle pagine delle cronache nazionali per il maxi risarcimento di sei milioni e mezzo di euro che lo Stato dovrà sborsare per risarcirlo dei 21 anni passati in carcere da innocente. 

Giuseppe che oggi ha 59 anni, era stato condannato alla massima pena con l’accusa di avere ucciso nel 1976 tre carabinieri in una caserma di Alcamo (Trapani). Ma Gulotta era innocente. Una innocenza  riconosciuta soltanto dopo i 21 anni che il ragazzo ha trascorso dietro le sbarre. In questi 21 anni si sono svolti nove processi, alla fine dei quali, nel febbraio del 2012, la Corte d’assise di Reggio Calabria lo ha assolto insieme agli altri imputati. Una libertà resa possibile anche grazie alla testimonianza di alcuni carabinieri, che confessarono di avere torturato lui e altri due imputati. Così, è stato provato che Gulotta fu costretto ad autoaccusarsi di una strage che né lui né gli altri avevano commesso.

‘Non ho fatto niente’ – Gulotta che da alcuni anni vive in una paesino del Nord Italia, è venuto in Umbria nel 2013 e ha partecipato ad uno dei tanti eventi organizzati dall’Isola del Libro Trasimeno. In quell’occasione abbiamo conosciuto lui e sua moglie, abbiamo visto i segni della sofferenza sul suo viso, ascoltato che il terrore di vivere la giustizia ‘sbagliata’. Quella che non presume l’innocenza, quella che cerca la verità che fa più comodo, quella che aggiunge vittime alle vittime e non rende merito neanche ai morti. 

Mi chiamo Giuseppe Gulotta – ci racconta attraverso le stesse parole che ha usato nel suo libro (Alkamar edizioni Chiarelettere)-  Per trentasei anni sono stato un assassino. Oggi finalmente mi posso abituare a un’altra vita, quella che non ho mai avuto. Una vita da uomo libero, perché innocente lo sono sempre stato. Avevo diciotto anni quando sono stato accusato di un crimine orrendo: l’omicidio di due ragazzi, due carabinieri, di notte, nella caserma dove prestavano servizio, ad Alkamar. Un atto vile, ignobile. Per trentasei anni sono stato un assassino dopo che mi hanno costretto a firmare una confessione con le botte, puntandomi una pistola in faccia, torturandomi per una notte intera. Mi sono autoaccusato: era l’unico modo per farli smettere. Da lì in avanti non ho avuto un attimo di pace”.

Giuseppe Gulotta e i suoi 22 anni di carcere da innocente

Attraverso i suoi legali Gulotta aveva chiesto un maxi risarcimento di 50 milioni. Ora ha avuto giustizia. Quando fu arrestato aveva appena 18 anni e, durante alcuni periodi di permesso , ha conosciuto una donna dalla quale ha avuto un figlio. “Non poter fare crescere mio figlio è stata una cosa disumana”, ha raccontato Gulotta. Adesso la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso una sentenza quantificando in sei milioni e mezzo di euro il risarcimento per l’ingiusta condanna.